The Secret – le verità nascoste: Noomi Rapace e Joel Kinnaman in preda agli incubi e al rischio di impazzire per girare il film

Ecco la verità dietro The secret - le verità nascoste, il film che ha messo a dura prova Joel Kinnaman e Noomi Rapace.

Anche se entrambi hanno avuto dei precedenti con film drammatici e particolarmente crudi, Joel Kinnaman e Noomi Rapace hanno ammesso di aver trovato parecchie difficoltà nel portare a termine il film The secret – le verità nascoste, che fino ad ora sembra essere il progetto più complicato dei due attori.

the secret, cinematographe.it

Il thriller in cui si racconta una storia di vendetta ambientata nel dopoguerra vede la Rapace interpretare Maja, una donna rom che cerca di ricorstruirsi una vita con suo marito dopo le torture durante l’olocausto. Un giorno nel suo quartiere incontra l’uomo che probabilmente l’ha torturata. La donna decide di rapirlo e vendicarsi di tutto. “Sono state le riprese più dure che io abbia mai fatto”, ha ammesso l’attore durante un’intervista con EW, “Emotivamente e fisicamente è stato estenuante, tanto da credere di star ormai impazzendo. Pensavo di aver interpretato così tanti ruoli e progetti oscuri prima, ma non mi aspettavo che questo mi avrebbe influenzato nel modo in cui è successo”.

the secret, cinematographe.it

L’attore ha ricordato che il regista – Yuval Adler – voleva verità, quindi era “legato così stretto che stavo letteramente sanguinando dalle braccia e avevo tagli agli angoli della bocca a causa del bavaglio. Essendo legato in modo così stretto, non abbiamo potuto sciogliere tutto tra una ripresa e l’altra, quindi ho dovuto aspettare per ore in quella posizione”.

Non solo Kinnaman, ma anche la Rapace si è vista davvero in difficiolta: “Maja si è trasferita nel mio corpo e in quel periodo ero davvero stressata. Ho avuto degli incubi terribili. Per calmarmi ho provato a meditare, a fare bagni di ghiaccio e massaggi alla testa per rilasciare tutta la tensione che avevo nel mio corpo”.

the secret, cinematographe.it

Per l’attrice il problema è stato più mentale che fisico. “Entrando nell’emozione quanto più profonda del personaggio, mi sono sentita come se fossi nell’occhio del ciclone, cercando di dimostrare il mio punto di vista, tipo “Sembra folla ma non sono pazza”. Questo lo rende ancora più doloroso”.

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