Robert Downey Jr. e la sua profonda paura recitativa

Il famoso attore si è raccontato in una recente intervista per Oppenheimer, svelando un insolito timore.

Robert Downey Jr. è sicuramente uno dei più grandi attori americani in circolazione, nonostante nella sua vita artistica abbia avuto parecchi periodi bui: in particolare il divo, nato precisamente il 4 aprile 1965 a New York. Il divo ha esordito nel mondo della recitazione nel 1970, all’interno di Pound, per poi far parte del cast di progetti del calibro di Firstborn (1984), La donna esplosiva (1985), A scuola con i papà (1986), Al di là di tutti i limiti (1987), La grande promessa (1988), 4 fantasmi per un sogno (1993), Assassini nati – Natural Born Killers (1994), Complice la notte (1997) e molti altri ancora. Per un lasso di tempo, con delle condizioni di salute disastrose e diversi problemi di dipendenze, l’artista è stato dimenticato, ma i Marvel Studios, coinvolgendolo all’interno dell’MCU, lo hanno tirato su, facendogli interpretare il ruolo di Tony Stark/Iron Man dal film omonimo del 2008 fino al 2019, all’interno di Avengers: Endgame.

Robert Downey Jr. ha esordito con Pound nel 1970

Robert Downey Jr. - Cinematographe

Ora che Robert Downey Jr. è fuori dal mondo cinematografico e seriale de La Casa delle Idee, ha una grossa paura (che quindi ha da diversi anni) ovvero quella di essersi bloccato su un unico modo di recitare visto che negli ultimi anni ha incarnato regolarmente lo stesso identico personaggio. Un timore che ha anche tirato fuori in una recente intervista con il New York Times (via Heroic Hollywood) in occasione del lancio di Oppenheimer, dove interpreta Lewiss Strauss.

“Inizi a chiederti se un muscolo che hai non si è atrofizzato. E sapevo che c’era un punto in cui Christopher Nolan sosteneva, lavoriamo quegli altri muscoli, ma facciamolo rendendoti privo delle tue solite cose da fare.”

Robert Downey Jr. ha infatti spiegato che proprio Christopher Nolan ha sfruttato questa paura per farlo lavorare al meglio e ci auguriamo che effettivamente tale strategia abbia realmente funzionato con l’attore americano.

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