Rita Hayworth e lo strazio di quella malattia gravissima e invisibile scambiata per alcolismo

Le condizioni di salute ne stroncarono vita e carriera.

Tutti imputarono i comportamenti di Rita Hayworth all’alcolismo. In realtà, dietro si nascondeva ben altro…

Il contributo di Rita Hayworth al cinema è unanimemente riconosciuto. Eppure, la straordinaria diva americana degli anni ’40, la pin-up preferita dai soldati americani, ha dato un contributo ancora più significativo alla scienza. Difatti, fu uno dei primi personaggi pubblici la cui diagnosi di Alzheimer divenne pubblica, il che contribuì a fare luce sulla malattia e a promuovere la ricerca.

A lungo l’icona di Hollywood lottò con l’alcolismo. Perciò chiunque, dai partner agli amici, dai familiari ai colleghi imputavano i suoi scatti d’ira esclusivamente al bere. Ma questo e altri sintomi, capaci anche di segnarne definitivamente la carriera (ad esempio, l’incapacità di memorizzare le battute), erano provocati da una forma precoce del morbo di Alzheimer.

Nel corso degli anni Sessanta, Rita Hayworth ebbe dei disagi iniziali. Studiare i copioni le era divenuto impossibile. Frustrata e preoccupata, cercò così consolazione nella bottiglia. Avendo appena quarant’anni, le persone a lei vicine associarono immediatamente il peggioramento della memoria all’alcolismo.

In particolare, un episodio dipese dalla sindrome. Nel 1976, Rita Hayworth finì per agitarsi e andare su tutte le furie in aereo, finché non la allontanarono dal volo. Lì per lì nessuno capì l’entità del problema. Il comportamento fu correlato alle dipendenze. Ma la vera causa emerse nel 1979, quando le fu diagnostica la demenza da Alzheimer.

La figlia di Rita, Yasmin Aga Khan, sentì necessario interrompere la propria carriera di cantante per prendersi cura del genitore malato. Nel 1987 delle complicanze legate alla malattia la portarono via: aveva 68 anni.

Rita Hayworth che sorride

Ronald Reagan, allora presidente degli Stati Uniti ed ex collega di Rita Hayworth, le espresse un sentito messaggio di cordoglio. Il suo coraggio e il suo candore, e quello dei parenti, costituirono un grande servizio pubblico, che aveva sensibilizzato la coscienza comune sul tema. Reagan chiuse con un augurio: che si trovasse una cura quanto prima. Più tardi, il morbo venne diagnostico allo stesso Reagan.

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