Richard Miller è morto, addio allo scultore di Davy Jones e di Star Wars

Miller ha lavorato per quasi tutta la vita alla Lucasfilm.

Probabilmente il nome Richard Miller vi dirà poco. Eppure, è uno di quegli artisti in campo cinematografico le cui opere rimarranno per sempre, tanto sono iconiche. Stiamo parlando dello scultore che ha lavorato per più di trent’anni presso la Lucasfilm e che ai primi film di Star Wars ha dato tanto. Basti pensare al celebre bikini dorato della principessa Leia, diventato oltremodo celebre e ricordato ancora oggi. A dare la notizia del decesso dello scultore è stata una dichiarazione dell’Industrial Light and Magic (parte della Lucasfilm): “Con le sue abilità artistiche ben evidenti, un comportamento amichevole e un senso dell’umorismo pungente, Richard si è inserito fin da subito ed è diventato una colonna portante dell’ILM. Tutta la famiglia dell’ILM sentirà sempre la sua mancanza, ma il suo contributo artistico continuerà a vivere in ognuno dei film ai quali ha contribuito e nelle care memorie di tutti quelli che lo hanno conosciuto“.

Richard Miller, da Star Wars ai Pirati dei Caraibi

richard miller cinematographe.it

Oltre al celebre bikini indossato da Carrie Fisher in Guerre stellari, a Richard Miller si deve anche il look di Davy Jones comparso a partire dal secondo capitolo della saga di Pirati dei Caraibi. La barba tentacolare è stata infatti realizzata da Miller e poi animata digitalmente in post-produzione. E il lavoro è stato talmente buono che il film ha vinto un Oscar per gli effetti speciali. Per tornare però a Guerre Stellari, tempo fa durante un’intervista, Richard Miller aveva parlato dell’outfit da lui disegnato. Sentite un po’ le sue parole!

Era un costume da schiava, doveva essere succinto. Il motivo per cui è venuto fuori un costume del genere è dovuto a George [Lucas] che ha detto: ‘Vogliamo mostrare che la Principessa Leia è cresciuta’. I tre episodi [di Guerre Stellari] si estendono per un certo lasso di tempo; per cui lei diventa più grande, ed è per questo che è stato introdotto il costume da schiava. E anche i fan, in teoria, erano diventati più grandi, e quindici o vent’anni dopo, molte persone mi venivano a dire: ‘Hai realizzato tu il costume della Principessa Leia? È stata la cosa migliore che ho visto da ragazzino’“.

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