Non Odiare: iniziate a Trieste le riprese del film di Mauro Mancini
Non Odiare è un film di Mauro Mancini con Alessandro Gassmann, Sara Serraiocco e Luka Zunic.
Alessandro Gassmann, Sara Serraiocco e Luka Zunic sono protagonisti in Non Odiare, il debutto alla regia di Mauro Mancini le cui riprese sono iniziate a Trieste
Coproduzione Italia/Polonia (Movimento Film e Agresywna banda, con Rai Cinema, in associazione con Notorious Pictures) fortemente voluta da Mario Mazzarotto, Non Odiare è il debutto alla regia di Mauro Mancini. Le riprese del film sono iniziate in questi giorni a Trieste, il cuore dell’Europa.
È ai limiti dell’antico Borgo Teresiano che vive Simone Segre, interpretato da Alessandro Gassmann, chirurgo affermato di origine ebraica. La sua vita è tranquilla, con una compagna che lavora in Francia come reporter e un appartamento elegante. Allontanatosi dal padre, reduce dei campi di concentramento morto da poco, per via dei contrasti avuti in passato. Tornando dall’allenamento di canottaggio, un giorno, si trova a soccorrere una vittima di un incidente stradale: sul suo petto, però, scopre un tatuaggio nazista e decide di abbandonarlo al suo destino. Quando arrivano i soccorsi è ormai troppo tardi. Altri membri del cast sono Sara Serraiocco, che interpreta la figlia maggiore di Simone, Luka Zunic, nei panni di Marcello, figlio adolescente contagiato dall’odio razziale, e Lorenzo Buonora che interpreta il “piccolo” Paolo.
Ecco le parole del regista:
Non odiare racconta quello che siamo sotto la pelle.La pelle bianca, ‘ariana’, che vorrebbero avere Marcello e i suoi amici neonazi e quella bianca, ‘non ariana’, di Simone. La pelle tatuata del padre di Marcello e quella marchiata del padre di Simone. La pelle ‘scura’ dei migranti pestati a sangue nei bangla-tour e quella diafana, limpida di Marica. E’ la pelle ‘sporca’ dei “rom” ai semafori. Non odiare è la pelle delle nostre città. E’ il pretesto per riconoscere l’altro come diverso. Pretesto per odiare l’altro come diverso. Non odiare è la nostra pelle.
Sulla genesi del soggetto e della sceneggiatura, che ha scritto con Davide Lisino, Mauro Mancini afferma:
Ho preso spunto da un fatto di cronaca avvenuto a Paderborn, in Germania. Un medico ebreo si è rifiutato di operare un paziente a causa del vistoso tatuaggio nazista che aveva sul braccio. Il medico, dopo essersi fatto sostituire da un collega, ha dichiarato: ‘non posso conciliare lʼintervento chirurgico con la mia coscienza’. La stessa coscienza che abbiamo immaginato impedisca al nostro protagonista di soccorrere lo sconosciuto dellʼincidente.