Nastri d’Argento 2020: a Vittorio Storaro sarà consegnato il Nastro d’Oro

In 50 anni di carriera, Vittorio Storaro ha lavorato a grandi successi italiani ed internazionali, conquistando l'Oscar per Apocalypse Now, Reds e L'ultimo imperatore.

Il direttore della fotografia Vittorio Storaro riceverà un premio speciale durante la cerimonia dei Nastri d’Argento 2020, in programma il 6 luglio a Roma

Quella di quest’anno sarà un’edizione dei Nastri d’Argento molto particolare, conseguenza inevitabile del periodo appena trascorso a causa dell’emergenza Coronavirus. A cambiare, ad esempio, sarà la location dell’evento: non più al Teatro Antico di Taormina ma al Museo MAXXI di Roma. Durante la cerimonia di premiazione, trasmessa in diretta su Rai Movie, verrà consegnato un riconoscimento speciale a Vittorio Storaro. Si tratta del Nastro d’Oro che vuole omaggiare i primi cinquant’anni di carriera di una vera e propria eccellenza della fotografia italiana nel mondo. Prima di Storaro, tale riconoscimento è stato consegnato solo a Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo, Stefania Sandrelli, Michelangelo Antonioni, Sophia Loren, Alberto Sordi ed Ennio Morricone, come ha ricordato Laura Delli Colli, Presidente del Sngci, proprio a voler sottolineare il prestigio del Nastro d’Oro.

Nel corso di mezzo secolo di carriera, Vittorio Storaro ha lavorato con nomi illustri del cinema italiano ed internazionale, tra cui Bernardo Bertolucci, Francis Ford Coppola, Carlos Saura, Warren Beatty e Woody Allen per i film più recenti del regista statunitense (Cafè Society, La Ruota delle Meraviglie e Un giorno di pioggia a New York). Sul fronte riconoscimenti, impossibile non riportare alla memoria i tre Oscar conquistati (su quattro candidature ottenute) per Apocalypse Now, Reds e L’ultimo imperatore. Risalgono inoltre a cinquant’anni fa altri tre meraviglie del grande schermo per cui Storaro ha ricoperto il ruolo di direttore della fotografia: L’uccello dalle piume di cristallo di Dario Argento, Il conformista di Bernardo Bertolucci e Strategia del Ragno, sempre di Bertolucci.