Luca Ward critica il doppiaggio. Ecco chi e cosa ha scatenato la sua insoddisfazione

In una recente intervista riguardante la sua nuova autobiografia, il celebre doppiatore romano ha commentato negativamente alcuni aspetti del mondo del doppiaggio

Luca Ward ha attaccato il suo mondo, sottolineando alcuni aspetti che non condivide

Luca Ward, celebre attore, doppiatore e direttore del doppiaggio romano è di recente finito sotto i riflettori per la pubblicazione della sua autobiografia, Il talento di essere nessuno. Nel libro, l’artista ha ripercorso tutta la sua incredibile e longeva carriera nel mondo del doppiaggio, sottolineando anche i suoi inizi non non propriamente collegati alla settima arte: l’uomo, infatti, ha ricoperto i mestieri più vari, dal bagnino al camionista, dal bibitaro al restauratore, pur di guadagnare qualcosa.

In una recente intervista, che Luca Ward ha concesso ad AGI, il divo ha confessato parecchie cose, dal suo talento innato per la recitazione che poi è esploso visto che era solo latente, ad alcune critiche nei confronti del doppiaggio. Se da un lato, infatti, Ward ha posto l’accento sul fatto che il mestiere da doppiatore non è più quello di una volta, visto che adesso si lavora sulla velocità e non sulla precisione, con poche informazioni riguardanti i contenuti da adattare; dall’altro, si è detto insoddisfatto dei compensi.

“Un turno di doppiaggio di tre ore, quando va bene, viene pagato 200 euro lordi, ma ci si può fermare anche a 90. E se si pensa a quanto guadagno i doppiatori portano al film è davvero poco. Non è ovviamente un problema solo nostro, i metalmeccanici in Italia prendono uno stipendio da fame”.

Nonostante tali puntualizzazioni, Ward è ampiamente soddisfatto del suo ruolo nell’universo artistico ed è convinto che il suo destino era effettivamente segnato. D’altronde, con i suoi meravigliosi doppiaggi di attori del calibro di Russell Crowe, Samuel L. Jackson, Pierce Brosnan, Keanu Reeves e molti altri, non possiamo assolutamente lamentarci e la sua voce difficilmente verrà dimenticata nei decenni.

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Fonte: AGI