L’avete riconosciuta? Una maledizione aerea ha segnato la sua infanzia, da grande una bruciante passione ha segnato indelebilmente la sua vita

Ha dovuto fare i conti con il dramma fin da bambina

Il dramma si può talvolta insinuare sin da piccoli e segnare, in maniera indelebile, la propria esistenza. Con il dramma ha dovuto imparare a convivere Kristin Scott Thomas. Nata a Redruth, in Cornovaglia, non passa un’infanzia serena. Quando ha appena cinque anni perde suo padre Simon Scott in un incidente aereo. Sei anni più tardi lo stesso, beffardo, destino si ripete, ma stavolta tocca al compagno di sua madre: entrambi erano piloti.

Kristin è la maggiore di cinque figli e nella fase dell’adolescenza aiuta la madre a crescere i più piccoli. Frequenta il Cheltenham Ladies College, ma si ritira dagli studi e lavora in un centro commerciale. Successivamente frequenta la Central School of Speech and Drama ma il tentativo non va a buon fine.

Kristin Scott Thomas: le porte sbattute in faccia non l’hanno fermata

Kristin Scott Thomas che sorride

A 19 anni segue un corso di Arte Drammatica. I risultati sono poco brillanti, tanto che l’insegnante le suggerisce di abbandonare le velleità di fare l’attrice, sostenendo che non abbia talento. Decide pertanto di trasferirsi a Parigi, dove si mantiene come ragazza alla pari. Qui non abbandona comunque il suo sogno. La dedizione viene premiata nel 1984 dalla chiamata per una mini serie televisiva.

Prince la scopre e la desidera nel film Under the Cherry Moon. Tra i due – si dice – ci sarebbe stata ai tempi una relazione. Successivamente Kristin Scott Thomas ottiene una parte ne Il matrimonio di Lady Brenda e, nel 1994, in Quattro matrimoni e un funerale, che le vale il BAFTA alla migliore non protagonista e vari riconoscimenti internazionali.

Kristin Scott Thomas ammicca al fotografo

Ormai lanciatissima, calca il set di Mission: Impossible e, soprattutto, de Il paziente inglese: l’interpretazione del personaggio di Katharine Clifton la consacra definitivamente agli occhi della critica. Attraverso i ricordi del conte László, lo spettatore ripercorre la travolgente passione fra il protagonista e Katharine Clifton, un’affascinante donna sposata, fino al tragico epilogo del loro amore.

I registi di Hollywood la reclamano, compresi Robert Redford, che la scrittura per il cast de L’uomo che sussurrava ai cavalli, e Sydney Pollack per Destini incrociati. Giunta all’apice, prende una scelta controcorrente: tornare in Europa dedicandosi alla famiglia e alle pellicole indipendenti. Negli anni Duemila spiccano i ruoli in Ti amerò sempre, L’amante inglese e La chiave di Sara.

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