L’avete riconosciuta? Essere transgender le ha portato il successo, Clint Eastwood l’ha adorata e ha commesso un grave errore

Partita da una famiglia di umili origini, ha realizzato tantissimi dei suoi sogni

L’emozione, a volte, tira brutti scherzi. Nel discorso per il suo primo Oscar nel 2000, si scordò di ringraziare il marito, il collega Chad Lowe, conosciuto sul set di Lolita – I Peccati di Hollywood e sposato il 28 settembre 1997. In seguito Hilary Swank utilizzò quasi ogni occasione pubblica per cercare di rimediare al passo falso.

Nel 2005, quando le fu consegnata la seconda statuetta, Lowe fu il primo ad essere ringraziato. Nel gennaio del 2006 la loro storia d’amore è, però, naufragata con la separazione e, nel maggio dello stesso anno, i due hanno annunciato il divorzio. Dal giugno 2018 lei è unita in matrimonio a Philip Schneider, uomo d’affari.

Hillary Swank: dal purgatorio al paradiso

Hillary Swank da piccola

Nata il 30 luglio 1974 a Lincoln, nel Nebraska, Hilary Swank è figlia di Judy Clough e Stephen Swank, ufficiale della Oregon Air National Guard, nonché sorella di Dan. L’infanzia la trascorre in un parcheggio per roulotte vicino a Lake Samish, dove, per sua stessa ammissione, gli unici momenti di serenità li trova nel leggere un libro o vedere un film. Tale condizione è una delle principali leve che la conducono a interessarsi al cinema e alla recitazione.

A 9 anni compie la sua prima apparizione sul palco ne Il libro della giungla, quindi si lascia coinvolgere nelle attività teatrali locali. A 15 anni i genitori finiscono per separarsi e, insieme alla madre, Hilary si trasferisce in quel di Los Angeles, in California.

The Hunt Away - Cinematographe.it

Nel 1992 compie l’esordio al cinema in Buffy l’ammazzavampiri, a cui segue Karate Kid 4 (1994) e Beverly Hills 90210 (1997). Il licenziamento dalla serie la demoralizza e, invece, è un colpo di fortuna. Può, infatti, partecipare ai casting per il ruolo di Brandon Teena, transgender biologicamente femmina, in Boys Don’t Cry, che le arride. La performance estasia pubblico e critica, tanto da farle vincere sia l’Oscar alla miglior attrice sia il Golden Globe.

La seconda statuetta giunge nel 2004, diretta da Clint Eastwood in Million Dollary Baby, dove interpreta la pugile Maggie Fitzgerald. La brillante prova la consacra definitivamente a star planetaria e in breve tempo i registi fanno a gara per averla.

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