La Sirenetta: il film ignora lo schiavismo? Sì, secondo gli attivisti

Il lungometraggio live-action è stato tempestato di critiche sa da parte del pubblico che da parte della critica.

La Sirenetta è il recente lungometraggio Disney che ha riportato alla luce il noto Classico Disney del 1989 che, a tutti gli effetti, rientra nel periodo del cosiddetto Rinascimento Disney in cui sono usciti capolavori dell’animazione del calibro di Aladdin (1992), Il Re Leone (1994), Il gobbo di Notre Dame (1996), Hercules (1997) e molti altri ancora. Come già accaduto con altri progetti de La Casa di Topolino, anche questa realizzazione recentemente ha visto una versione live-action che, tra l’altro, è stata tempestata di critiche per alcune scelte inclusive che hanno fatto infuriare alcuni critici e spettatori. Questi ultimi, in particolare, in alcuni casi, hanno praticato il review bombing (ovvero hanno tempestato il lungometraggio di recensioni negative al solo scopo di abbassare il voto finale), che ha costretto alcuni aggregatori di recensioni a prendere seri provvedimenti a riguardo.

La Sirenetta è arrivato nelle sale italiane il 24 maggio 2023

La Sirenetta - Cinematographe

Di recente, tra l’altro, si è espresso su La Sirenetta (come riporta Deadline) anche Marcus Ryder, ex presidente dell’ente di beneficenza del Comitato per la diversità della Royal Television Society, che ha criticato il film perché a detta sua ignora lo schiavismo. Il film è ambientato, infatti, nei Caraibi, in pieno XVIII secolo, quando la schiavitù era una pratica comune, ma al contrario il lungometraggio non mostra questo elemento. Di seguito ecco la dichiarazione di riferimento.

“Ambientare la storia fantastica in questo tempo e in questo luogo è letteralmente l’equivalente di ambientare una storia d’amore tra ebrei e gentili nella Germania del 1940 e ignorare l’olocausto ebraico.Lo dobbiamo ai nostri figli per dare loro le storie fantastiche più incredibili possibili per aiutare la loro immaginazione a crescere”, ha continuato. “Non lo facciamo con il whitewashing delle parti difficili della nostra storia. Lo facciamo abbracciando la nostra ricca storia e conferendole la verità.”

Una posizione più che legittima su La Sirenetta che però è stata pesatamente criticata a sua volta. Ecco che quindi Ryder si è dovuto difendere, spiegando che in generale ha apprezzato il film ed in particolare ha elogiato la performance attoriale di Halle Bailey, ma c’è comunque questo elemento della pellicola che non ha digerito.

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Fonte: Deadline
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