James Bond, Skyfall è nato da un bicchiere di troppo: l’assurdo racconto di Daniel Craig

L'ubriachezza è talvolta origine della genialità!

Skyfall, il film più famoso e forse più riuscito della saga di James Bond, è nato da un bicchiere di troppo tra Daniel Craig e il regista Sam Mendes

Quello che poteva essere il più grande guaio della sua carriera cinematografica ha portato Daniel Craig a gettare nel franchise di James Bond uno dei suoi registi migliori. Parliamo di Sam Mendes, che prima di accettare la regia di Skyfall  aveva già lavorato con Craig nel film Era mio padre. Il contesto in cui la “proposta” – molto ufficiosa e davvero poco ufficiale – è avvenuta sembra molto, molto particolare. Lo racconta Daniel stesso a The Hollywood Reporter, ecco cosa ha confessato durante l’intervista:

Mi sono riunito a Sam Mendes che non vedevo dal set di Era mio padre. Ero chiaramente ubriaco quando, discutendo con lui su chi dovesse essere il nuovo regista del terzo episodio di James Bond, ho pensato: ‘Eccolo, è lui. Lui è il regista giusto per il prossimo film di 007!’ ” Craig, a quanto pare, ha “ufficializzato” la proposta, chiedendo realmente a Sam Mendes se volesse dirigere Skyfall. Mendes, che fino a quel momento aveva diretto film molto diversi da James Bond (come American Beauty e Revolutionary Road) accettò immediatamente.

Craig, da parte sua, si svegliò il giorno dopo in piena crisi, credendo di aver fatto il passo decisamente più lungo della gamba. Pieno di sensi di colpa, telefonò alla produttrice Barbara Broccoli, raccontandole l’accaduto in modo imbarazzato. Tuttavia, la Broccoli si dimostrò subito entusiasta e rispose all’attore “Ottimo. Mi sembra perfetto, va benissimo così“. Nasce dunque da un bicchiere di troppo e da un’alzata di gomito tra amici uno dei film di James Bond più riusciti di sempre, con colonna sonora leggendaria e critiche stellari da parte di pubblico e critica. Skyfall è ad ora uno dei film più “intimi” e profondi di 007.

Leggi anche Perché Daniel Craig è il miglior James Bond di sempre? Tutto merito di quella “debolezza”