Il Commissario Montalbano – Salvo amato, Livia mia: trama e cast dell’episodio

Memorie dolorose riaffiorano a galla per il commissario più amato della TV italiana.

Torna su Rai Uno Il Commissario Montalbano con uno degli episodi più tesi e malinconici dell’intera saga: Salvo amato, Livia mia. Diretto da Alberto Sironi e Luca Zingaretti, l’episodio fu trasmesso per la prima volta nel marzo 2020. La rete ammiraglia del servizio pubblico lo ripropone questa sera, immergendo nuovamente il pubblico nell’universo di Vigàta, in cui passioni represse e verità sporche affiorano sotto la patina di una quotidianità solo in apparenza tranquilla.

La trama e il cast de Il Commissario Montalbano – Salvo amato, Livia mia

Il Commissario Montalbano Salvo amato, Livia mia - Cinematographe.it

Il caso parte nell’archivio comunale, dove una giovane dipendente viene rinvenuta senza vita. Visto che l’edificio era chiuso per ristrutturazione, perché era lì? E soprattutto: come è stato possibile che l’assassino sia riuscito ad andarsene indisturbato, nonostante la quantità di sangue? Nel frattempo, il figlio di Adelina, storica governante di Montalbano, viene fermato vicino a una villa appena scassinata. Si dichiara innocente, ma qualcosa nel suo racconto fatica a tornare. Il commissario decide allora di tenerlo sotto controllo, mentre scava nella vita della ragazza uccisa.

Il Commissario Montalbano Salvo amato, Livia mia - Cinematographe.it

La svolta arriva quando Montalbano scopre che la vittima era un’amica stretta di Livia. È lei a portare in scena, con la sua presenza, una dimensione più intima, quasi sentimentale, nel cuore della vicenda. La Livia interpretata da Sonia Bergamasco torna a Vigàta non per il commissario, ma per piangere con la famiglia della ragazza.

Oltre all’insostituibile Luca Zingaretti, il cast de Il commissario Montalbano – Salvo amato, Livia mia vede la partecipazione di Cesare Bocci, Peppino Mazzotta, Angelo Russo, Rosario Lisma, Roberta Giarrusso, Federica De Benedittis e Luciano Scarpa. Per quanto concerne la regia, si tratta di un lavoro congiunto tra Alberto Sironi e lo stesso Zingaretti, artefici di un episodio che mescola noir e dolore personale. Alla fine, come sempre, la verità arriva. Ma lascia dietro di sé più ferite che sollievo.

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