The Walk: Philippe Petit parla della sua folle impresa al RomaFF10

Quarta giornata per Festa del Cinema di Roma e il nuovo film del creatore della trilogia di Ritorno al futuro e di grandi classici tra cui Forrest Gump, Philadelphia e Cast Away Robert Zemeckis divide l’opinione della critica. The Walk è la storia vera del funambolo francese Philippe Petit che il 7 agosto 1974 riuscì a mettere a segno il più grande colpo artistico del secolo: camminare su di un filo che collega le torri gemelle. A presentare il film in questa giornata di festa è stato il realizzatore della folle impresa, il pazzo Philippe Petit, che tra parole e dimostrazioni, ha parlato della sua relazione con il “filo” e di futuri progetti.

The Walk: Robert Zemeckis divide la critica al RomaFF10

Philippe, come ti sei avvicinato al “filo” e quando hai deciso di diventare un funambolo?

Fin da piccolo ero molto curioso, leggevo, andavo a teatro, mi sono formato così. È stato quasi inevitabile, la vita mi ha guidato verso la mia professione che considero in tutto e per tutto un’arte. È stato un continuo mettere i pezzi per costruire il mio futuro ed è così che mi sono avvicinato al “filo”.

Hai mai paura quando ti trovi sospeso?

Questa domanda me la fanno sempre in molti, ma rimango ogni volta sbalordito. No. Come faccio ad avere paura? È quello per cui mi sono preparato tutta la vita. Quando sono sospeso sento che il filo mi sostiene e mai ho avuto paura.

Cosa pensi di The Walk, il film di Robert Zemeckis ispirato alla tua impresa?

Quanto di reale e quanto di finzione c’è? Per molti versi posso considerarlo fedele a quanto è accaduto, ma ci sono un paio di cose che il regista ha voluto aggiungere. Sapete come funziona, è Hollywood! Per esempio è vero che mi sono bucato il piede con un chiodo, ma un po’ di mesi prima dell’impresa e il piede non sanguinava come si vede nel film. Posso comunque dirmi soddisfatto. Ed anche se non amo particolarmente la tecnologia, trovo che il 3D per le scene in cielo riesca ad avvicinare ancora di più lo spettore, portandolo con me in mezzo alle nuvole.

Come è stato lavorare con Joseph Gordon – Levitt?

Sei stato molto vicino all’attore per spiegargli le tecniche e i segreti dei funamboli? Joseph è stato una rivelazione. Aveva pochissimi giorni per imparare a camminare sul filo, eppure mi ha ascoltato e quando con Zemeckis ha iniziato a girare il regista era a bocca aperta per quello che era riuscito a fare in così poco tempo.

Philippe parlaci dei tuoi futuri progetti: qualche bello spettacolo a Roma?

Non ci hai mai pensato? Sono stato molte volte in Italia, ma questa è la prima volta che mi fermo a Roma, peccato che si tratti soltanto di due giorni. Ma ho voglia di tornarci e se mai volessi esibirmi mi servirebbero almeno due settimane per ispezionare la città, comunque non escludo l’idea.