Kenneth Lonegarn presenta il suo Manchester by the sea: ‘l’equilibrio perfetto tra ironia e dramma’

Appeso su un filo che ondeggia tra il comico e l’irrimediabile tragico, Manchester by the sea è il nuovo film scritto e diretto dal regista Kenneth Lonegarn con la straordinaria presenza dell’attore Casey Affleck. Alla Festa del Cinema di Roma, Lonegarn ci parla della sua toccante opera.

Kenneth Lonegarn presenta il suo Manchester by the sea: ‘l’equilibrio perfetto tra ironia e dramma’

Le storie nascono spesso per motivi misteriosi, ma vogliamo sapere, come nasce l’idea di Manchester by the sea?
Mi interessava la storia di un uomo che, pur portando un peso molto grande, cerca di aiutare la sua famiglia anche dopo tutto ciò che ha affrontato. 
Come si fa a sopravvivere dopo la morte di un figlio, l’amore trova un altro modo per farsi strada?
Ho una figlia ed io non posso neanche pensare che possa succedere una cosa del genere, ma purtroppo è successo ad alcuni miei amici ed è successo anche ad altre persone e ci si chiede sempre come sia possibile superare una tale perdita. La risposta comunque è grazie alla presenza delle altre persone, come per il personaggio vale molto la presenza del nipote. Ma io volevo raccontare di un uomo che non riesce ad andare avanti, volevo parlare di chi non ce la fa. 
Come è avvenuta la scelta della musica nel film? Ha un valore esplicativo?
Non avevo idea di quali dovevano essere le musiche del film, ho scelto quelle che mi piacevano. Abbiamo fatto alcune prove ed abbiamo deciso in base a quale sembra andare meglio per le sequenze, altre sono state invece scritte proprio da un compositore. Penso che la musica sia un elemento emotivo, ma non sottolinea la storia, la contrappone. 
Casey Affleck è stata la prima scelta per il ruolo del protagonista?
No, inizialmente il protagonista doveva essere Matt Damon, ma non aveva tempo allora poi abbiamo chiesto a Casey, tra l’altro uno dei miei attori preferiti, infatti sono stato contento che abbia partecipato. Lui è fantastico nel film, è un grande piacere lavorare con Casey e questo è stato uno degli aspetti più belli. Quando è stato scelto per il film mi ha chiamato molte volte, mi faceva molte domande specifiche, abbiamo discusso di tutte le scene quasi nello stesso modo. Tutto ciò è iniziato mesi prima delle riprese ed è durato fino alla fine della lavorazione. A me non piace fare tanti ciak, invece lui voleva sempre provare. Casey è molto cosciente, anche nella frenesia del set, ci aiutava a mantenere sull’obiettivo. 
Pensi che Manchester by the sea abbia le carte per in regola per concorrere agli Oscar?
Corsa agli Oscar? È bello che qualcuno ci pensi, per me ora l’importante è che il film piaccia. 
Come hai fatto a trovare il giusto e perfetto equilibrio tra dramma ed ironia?
Per me le due cose non vanno mai separate! Penso che la presenza dell’umorismo sia necessaria visto che il protagonista ha vissuto un dramma mentre la vita intorno va avanti. Penso che senza un po’ di ironia un’opera d’arte non esiste, ci sono solo alcune eccezioni. 
Come è stato il lavoro con il direttore della fotografia?
Con Jody Lee Lipes abbiamo guardato molti film insieme prima di girare. Volevamo dare l’idea della pellicola, anche se abbiamo girato in digitale. Non eravamo certo sempre d’accordo, ma abbiamo lavorato bene e la sera insieme cercavamo il più possibile di catturare le bellezze dell’ambiente. Il lavoro poi si cambia in corso, ma quando hai un direttore così rapido a cogliere gli imprevisti tutto è più facile. 
Quanto è cambiato il film in fase di montaggio?
È una domanda alla quale è difficile rispondere. In un certo senso il film è lineare come lo avevamo scritto in precedenza, con i necessari accorgimenti ovvio. Ciò che abbiamo tagliato è stato più che altro il superfluo. Giusto la scena dell’incendio non era stata programmata così e neanche l’inizio del film, ma quando eravamo sulla barca queste inquadrature erano così forti che ho pensato sarebbe stata un’incisiva immagine d’apertura.