London Symphony: recensione del film di Alex Barrett

London Symphony è un ibrido tra film e documentario che si inscrive nel genere di quei documentari d'avanguardia degli '20 e '30 conosciuti come "city symphonies".

Alex Barrett, critico cinematografico e regista londinese indipendente al suo secondo film, ci regala un’opera nostalgica e poetica, selezionata dal Festival Internazionale del cinema di Edimburgo in anteprima mondiale: London Symphony. Il film va a inscriversi nel novero di quei documentari di avanguardia prodotti tra gli anni ’20 e ’30 del Novecento, conosciuti come “city symphonies” (sinfonie di una città). Questi ibridi tra film e documentario, che avevano come protagonista una ben definita aerea metropolitana, cercavano di catturare le vite e gli avvenimenti che le animavano, trasformandosi quindi in un’astratta poesia visiva. Tra i titoli più famosi di questo genere si possono annoverare Berlino, sinfonia di una grande città (Walter Ruttman, 1927) e L’uomo con la macchina da presa (Dziga Vertov, 1929).

London Symphony è un film colto che fa riferimento a un preciso canone estetico ma si modernizza nei propri contenuti proponendo un prodotto che possa rispondere in silenzio a quelle voci che spingono per chiudere le porte alla diversità culturale

London Symphony: recensione del film di Alex Barrett

In tempi in cui al cinema si prediligono rocambolesche storie d’azione, in cui più gli effetti speciali riescono a far rimanere a bocca aperta lo spettatore affamato di mondi diversi e realtà alternative, London Symphony ci presenta invece un prodotto ambizioso e coraggioso allo stesso tempo. Iscrivendosi, come già detto, in un genere che ha vissuto il suo momento d’oro quasi un secolo fa, Barrett cerca tuttavia di modernizzare il suo prodotto, non solo per le questioni che solleva ma anche per il suo impianto coerente e logico.

London Symphony è un film in quattro movimenti che tanto deve alle musiche originali composte da James McWilliam. Ogni movimento si propone di mostrarci un aspetto diverso della città di Londra in modo da costruire un perfetto caleidoscopio che si muove a ritmo con l’accompagnamento musicale. Alle prime immagine di case rurali, si sostituiscono presto grandi gru e impalcature a suggerire uno sviluppo urbanistico e commerciale che non conosce tregua nella capitale inglese.

Il film procede per associazioni tematiche perlopiù chiare ma conosce anche momenti in cui alcuni collegamenti si fanno più fumosi. Se il primo movimento si chiude su una carrellata di inquadrature che stringono su dettagli di statue commemorative della Seconda Guerra Mondiale – a suggerirci quindi che l’eccessiva smania di urbanizzazione e dominio ha portato allo scoppio inevitabile di conflitti –, il secondo si apre sulla fauna che popola i parchi londinesi. L’uomo è di nuovo presente ma declinato in presenza benigna e maligna: le persone che si allenano nel verde sono assimilate agli animali mentre vari fermi immagine di cestini dell’immondizia denunciano il danno ambientale provocato dall’uomo e dai suoi rifiuti.

London Symphony: recensione del film di Alex Barrett

London Symphony ci regala un poetico viaggio tra le diverse realtà culturali che animano il cuore della capitale inglese

Il terzo movimento è dedicato alla diversità culturale che anima Londra nel tentativo di mostrare che l’integrazione può portare solo a un arricchimento culturale di cui tutti possono beneficiare. Barrett non solo ci mostra vari luoghi di culto appartenenti a svariate religioni ma anche interni di musei come il British Museum e la Tate assieme a biblioteche e a studenti della SOAS, l’università di studi orientali e africani. Se il clima politico contemporaneo i spinge a erigere muri e a chiuderci a riccio ognuno nel proprio limbo sociale e culturale, London Symphony manda invece un chiaro messaggio in controtendenza: abbracciate il diverso, perché è questo che rende Londra il brulicante crogiuolo di multiculturalità che conosciamo.

London Symphony dunque è un viaggio lirico che seziona chirurgicamente quelle parti che formano il cuore pulsante di Londra, declinandole in un’unica sinfonia di eterogenea bellezza, dove i rumori della città vengono dimenticati in virtù della musica e l’avventura termina nel silenzio della notte.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Sonoro - 4.5
Emozione - 3

3.7