Roma FF17 – Il ragazzo e la tigre: recensione dell’avventuroso film di Brando Quilici

Dal 14 ottobre nelle sale italiane Il Ragazzo e la Tigre, pellicola diretta da Brando Quillici che unisce avventura, amicizia e amore per la natura in una bellissima storia di formazione ambientata in Nepal.

Presentato in occasione della Festa del Cinema di Roma, nella sezione Alice nella città Il Ragazzo e la Tigre, avventuroso viaggio di formazione diretto da Brando Quilici (Il mio amico Nanuk), nelle sale cinematografiche a partire dal 14 ottobre 2022.   
La pellicola ha come interprete principale il quattordicenne Sunny Pawar (Lion – La strada verso casa), nel ruolo di Balmani, giovane orfano che troverà la forza di elaborare il lutto legato alla scomparsa della sua mamma nell’incontro con una cucciola di tigre, anche lei sola al mondo. Figurano nel cast principale anche Claudia Gerini, Yoon Cometti Joyce e Amandeep Singh.

Il Ragazzo e la Tigre: di cosa parla il film Brando Quilici

Il ragazzo e la tigre: recensione dell’avventuroso film di Brando Quilici -Cinematographe.it

Nepal. Il giovane Balmani viene affidato ad un orfanotrofio dopo aver perso tragicamente la madre in un terremoto. Non riuscendo a creare legami di amicizia con gli atri bambini né a trovare conforto negli adulti che si prendono cura di lui, il ragazzo decide di fuggire e intraprendere un viaggio verso il monastero buddista Taktsang Palphug – noto anche come Tiger’s Nest – nella Himalaya di Bhutan. Questo luogo ha infatti un significato particolare per il giovane protagonista: la mamma era solita raccontargli la storia del Guru Rinpoche, il quale, secondo un’antica legenda del IX secolo, volò a cavallo di una tigre dal Tibet per fondare Taktsang. Deciso a vedere con i suoi occhi il luogo tanto ammirato dalla sua mamma, Balmani parte per svolgere la sua missione ma, la notte della fuga, si imbatte in un gruppo di bracconieri che, dopo aver ucciso una maestosa tigre del Bengala, mettono in gabbia la sua cucciola per venderla al mercato nero. Il ragazzo, nascosto tra gli alberi, in un momento di distrazione dei rapitori riesce a liberare la tigrotta e a fuggire lontano.   
Entrambi orfani, Balmani e Mukti, così battezzata dal giovane protagonista, intraprendono un intenso viaggio alla scoperta di loro stessi, aiutati nella missione da vecchi e nuovi amici che incontreranno lungo il cammino. 

Una magnifica storia di amicizia che parla alle nuove generazioni

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Come trovare il proprio posto nel mondo se il tuo punto di riferimento viene a mancare improvvisamente? La cucciola di tigre e il cucciolo d’uomo si riconoscono nel momento del bisogno e scelgono di prendersi cura l’una dell’altro, come una sorella e un fratello. Balmani deve raggiungere Taktsang  per avvicinarsi – con la mente e lo spirito – a sua madre, ma allo stesso tempo ha la sensazione che è in quello stesso luogo che Mukti sarà finalmente al sicuro, lontana dai bracconieri e da chiunque voglia farle del male.         
Ciò che rende particolare questo avventuroso film per famiglie è la forza e la fiducia che ripone nelle nuove generazioni. Un mondo di sogni, di speranze, di rispetto per la natura, che si contrappone con forza all’atteggiamento distaccato e disincantato degli adulti.           
Samchai, il capo dei bracconieri, ha tutta l’aria del “malvagio” tipico dei film di avventura indirizzati ad pubblico young: sguardo crudele e calcolatore accentuato da un evidente tatuaggio sul volto. Se Samchai rivela sin da subito la sua natura meschina, più pateticamente nascosta e debole è l’indole di Jenan, il cuoco dell’orfanotrofio; l’uomo, nei primi minuti della pellicola, conduce i bracconieri nel punto esatto dove si trovano Mukti e la sua mamma, vendendo sostanzialmente le loro vite per comprarsi la moto dei suoi sogni. Divenuta pedina nella mani di Samchai, Jenan tradisce la fiducia non solo di Balmani ma anche di Hannah, la direttrice dell’istituto. Hannah – interpretata da Claudia Gerini – ha la funzione di grillo parlante all’interno della storia. È l’unica ad avere davvero a cuore l’incolumità del protagonista e – ogni qualvolta che appare sullo schermo – è sempre pronta a riportare gli altri personaggi sulla retta via, attraverso preziosi consigli legati alla sua esperienza personale. Sarà proprio la donna ad aiutare Balmani ad elaborare il lutto legato alla perdita della madre: “Anche se non riesci a vederla, lei è sempre con te”. Eppure, persino Hannah cede al pragmatismo dei “grandi”, non riuscendo in un primo momento a fidarsi del giovane protagonista e a credere alla sua versione della storia.

Il Ragazzo e la Tigre: responsabilizzare all’amore e al rispetto per la natura, in stile Miyazaki

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Al di là dei gustosi ingredienti avventurosi, emozionanti e coinvolgenti tipici dei film per famiglie, a rendere davvero interessante Il ragazzo e la tigre, e a distinguerlo da prodotti potenzialmente simili sul piano narrativo, è la minuziosa attenzione che il regista pone nel raccontare il contesto sociale e culturale in cui vivono Balmani e Mukti. I due compagni di viaggio, durante il loro cammino, incontrano persone molto diverse tra loro e dai differenti stili di vita: la tribù nomade che li accoglie per la notte, gli amici di vecchia data del protagonista – che lo aiutano nella missione con entusiasmo e quel pizzico di follia tipico dei bambini di quell’età -, una famiglia di raccoglitori di miele allucinogeno – al centro di una sequenza così ipnoticamente interessante da sfiorare il racconto documentaristico –  e, infine, i monaci buddisti, testimoni di magnifiche legende, di rigore e di amore e rispetto per la natura.    
Il Ragazzo e la Tigre è un film che prosegue ad un ritmo incalzante, che non annoia, ma che allo stesso tempo ha l’intelligenza di lasciare allo spettatore il tempo di riprendere fiato, spostando brevemente l’obiettivo su panorami mozzafiato o inquadrando magnifici animali, molti dei quali in via di estinzione. Questa tecnica è utilizzatissima dal maestro del cinema di animazione Hayao Miyazaki.  
L’emozionante film di Brando Quilici è fortemente responsabilizzante, è una sveglia per le nuove generazioni. Non a caso la maggior parte dei personaggi positivi dell’opera, quelli che intervengono nel concreto per aiutare Mukti a rimanere al sicuro, sono proprio bambini e ragazzi. È questo il momento di agire, di alzare il nostro sguardo e conoscere situazioni, problemi e soluzioni che ci riguardano anche se fanno parte di realtà apparentemente lontane: Mukti è una tigre ma rappresenta tutte le tigri in pericolo del Pianeta, e in generale tutte le specie che stanno scomparendo. Questo messaggio è riportato anche nei titoli di coda: di questi straordinari felini ne restano soltanto 3900 esemplari in libertà. In Nepal, uno degli habitat naturali della magnifica tigre del Bengala, il numero è inferiore a 300.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.3