Festival di Berlino 2020: tra gli italiani al Festival anche Semina il vento

Il Berlino Film Festival 2020 si terrà dal 20 febbraio fino all'1 marzo.

Il film esplora il conflitto tra due modi di pensare e sentire la natura. Ecco tutti i dettagli su Semina il Vento, la pellicola presente al Festival di Berlino

Sarà presentato alla Berlinale, nella sezione Panorama, il film intitolato Semina il vento di Danilo Caputo. La pellicola è ambientata tra alberi d’olivo e scenari industriali del tarantino, e racconta una storia di ribellione e rinascita. Il film esplora il conflitto tra due modi di pensare e sentire la natura, quello di Nica, ereditato dalla nonna, e quello di Demetrio, figlio di un progresso industriale che ha disatteso le sue promesse. Interpreti della vicenda sono gli attori Yile Yara Vianello (la giovane protagonista di Corpo Celeste di Alice Rorhwacher), Caterina Valente, Espedito Chionna e Feliciana Sibilano.

Festival di Berlino 2020: ecco il programma completo

Il regista Danilo Caputo ha così descritto la storia:

L’amore di Nica verso gli alberi doveva passare attraverso la capacità di ascoltarli. Il crepitio delle cortecce diventa così una forma di linguaggio naturale, un ponte tra uomini e natura. Nica non vede un uliveto, vede tanti ulivi. Lei non percepisce quegli alberi come oggetti ma come soggetti capaci di sentire, desiderare, soffrire e comunicare. La sua è una visione animista. La magia mi ha aiutato a creare un cortocircuito tra il realismo e la sua dimensione animista. La magia rituale era un elemento importante di quella cultura contadina che Nica ha ereditato dalla nonna.. Il primo passo per cambiare davvero le cose è smettere di pensare alla natura come qualcosa di esterno a noi. Nica non si arrende. Lotta per salvare quelle terre. Perché la sua storia ci ricorda che in alcuni momenti bisogna lottare per cambiare le cose.

Caputo ha ambientato la sua storia ai piedi dell’Ilva: “A dieci chilometri da casa mia c’è il più grande polo siderurgico d’Europa, una fabbrica che inquina da 60 anni e della quale però non riusciamo a fare a meno. Perché il vero problema è l’inquinamento mentale… questa strana patologia moderna per cui chi è disposto ad avvelenare la propria terra, è disposto ad avvelenare se stesso”.

Il film è una produzione Okta Film con Rai Cinema, in coproduzione con Jba Production (Francia) e Graal Films (Grecia), e con il contributo di Regione Puglia e il sostegno di Apulia Film Commission, con il sostegno del Fondo bilaterale per le coproduzioni cinematografiche italo-francesi del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (MiBACT) e del Centre national de la cinématographie (CNC), con il contributo del MiBACT – Direzione Generale Cinema per la produzione di opere di giovani autori, con il sostegno di Eurimages e del Greek Film Centre.