Bif&st 2020 – Milena Mancini: “È doveroso dare spazio ai nuovi talenti”

L’attrice romana ha ricevuto il Premio Alida Valli per la migliore attrice non protagonista per il ruolo di Alessia in A mano disarmata di Claudio Bonivento.

“Vorrei dedicare questo premio a Vinicio Marchioni, mio marito, che mi sostiene ogni volta che sono a terra per un provino non superato, lui c’è sempre”. Così Milena Mancini ha accolto il Premio Alida Valli consegnatole dal Bif&st – Bari International Film Festival per la sua interpretazione in A mano disarmata di Claudio Bonivento: quella di Alessia, sorella di Federica Angeli, interpretata da Claudia Gerini, la giornalista di Repubblica sotto scorta per le sue inchieste sui clan mafiosi di Ostia. Le sue scelte hanno cambiato la sua vita e quella dei suoi cari, interdetti e spaventati dalle conseguenze del suo coraggio.

Milena Mancini, cinematographe.it

Abbiamo incontrato Milena Mancini che ci ha parlato del personaggio di Alessia, del coraggio delle donne, del suo amore per i giovani e talentuosi registi e di Daniele Vicari che l’ha diretta su Zoom durante il lockdown.

“Alessia Angeli è la più debole diciamo, colei che si è permessa di cedere, a differenza della sorella, che per una donna significa ammettere a sé stesse che non si è abbastanza forti – ci ha spiegato l’attrice – e non è una cosa semplice da fare, nel senso che io non mi permetto mai di sbagliare, di fermarmi, non mi permetto mai di dire no e cerco anche di fare di più. E quindi interpretare questo personaggio mi ha ricordato che i limiti non sono dei difetti, sono solo dei punti di arrivo che vanno accettati e vissuti in toto”.

Milena Mancini: “Federica Angeli: un compresso tra battaglia e sorriso”

Milena Mancini, cinematographe.it

E i suoi limiti Federica Angeli sicuramente li ha superati, continuando a lavorare a testa alta, faccia a faccia con il pericolo ogni giorno.

È una donna molto solare. Quando leggi il suo libro o guardi le sue interviste ha sempre un atteggiamento duro ma in realtà è molto dolce e tranquilla. Poi è stata felicissima che questo progetto potesse non rappresentare lei ma supportare il lavoro per il quale lotta ogni giorno. Davvero una bella donna, con il mondo sulle spalle: è difficile trovare un compromesso tra fare una battaglia e continuare a sorridere e lei riesce a farlo. Io non riuscirei mai a fare un’azione così forte come ha fatto Federica, però, nel mio piccolo se c’è una cosa che non mi piace sono molto diretta, non ho mezzi termini”.

Milena Mancini, cinematographe.it

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Il lavoro con gli esordienti

Ex ballerina approdata al cinema perché voleva “dare voce al suo corpo” attraverso la recitazione, Milena Mancini negli ultimi anni ha preso parte a diverse importanti opere prime italiane che hanno rivelato dei talenti destinati a lasciare un segno. Due esempi su tutti: La terra dell’abbastanza dei Fratelli D’Innocenzo e Bangla di Phaim Bhuiyan.

“Mi piace molto lavorare con i registi giovani soprattutto perché l’essere giovane, sia nel caso di Phaim che dei D’Innocenzo, piuttosto che di Michele Vannucci per il quale ho lavorato ne Il grande sogno, non vuol dire essere impreparato, anzi, sono dei ragazzi che hanno studiato molto e sono molto strutturati e che sul set riescono ad essere anche più sensibili, professionali, efficienti di altri registi che lo fanno magari da molti più anni. E poi è necessario e doveroso dare spazio alle nuove leve, nel senso che è giusto che vengano finanziate le opere prime e che si dia fiducia a questa gioventù la cui alternativa è quella di scappare all’estero. Si ha un po’ timore a livello produttivo, poi questo è un momento molto faticoso, però devo dire che negli ultimi anni si sta dando la possibilità a molti giovani registi come ha fatto Domenico Procacci con Phaim, per esempio”.

Milena Mancini, cinematographe.it

Milena Mancini diretta da Daniele Vicari durante il lockdown

Prossimamente vedremo l’attrice, insieme al marito Vinicio Marchioni, Isabella Ragonese, Francesco Acquaroli e altri interpreti, nel film Il giorno e la notte per la regia di Daniele Vicari che ha diretto durante il lockdown su Zoom:

“Tutti i professionisti e il cast tecnico ci parlavano ognuno dalla propria casa – ci ha spiegato l’attrice – quindi abbiamo fatto gli attori, i macchinisti di scena, ci preparavamo da soli il set e fatto le nostre proposte perché Daniele Vicari è quel tipo di artista grande che permette ad altre persone di collaborare ai suoi progetti. È una persona culturalmente molto alta e quindi ti dà la possibilità di esprimerti, non ti impone la sua idea e in quella situazione questo tipo di relazione che si è creata tra noi attori e il regista e tutto il cast tecnico è stato fondamentale, anche perché lui ci dirigeva da una videochiamata quindi a volte era complicato riuscire a raggiungere una “temperatura”. Il fatto che noi fossimo chiusi in casa, non avessimo la possibilità di scherzare fisicamente – gli attori sono persone molto fisiche – questa distanza rendeva tutto più complesso però in qualche modo io credo che abbia suscitato in noi, come in tutti gli altri attori che si sono resi disponibili a questo progetto – persone uniche individuate con occhio clinico da Daniele – più stimoli”.