Il cinema che verrà: il festival del cinema europeo si interroga sul futuro del cinema e delle sale

Il festival del cinema europeo riflette con un incontro online su quali saranno le prospettive del 2021 per il cinema e le sale, in presenza di illustri esponenti del settore: un'occasione per guardare dal presente al futuro dell'audiovisivo.

Noi autori dobbiamo portare avanti il nostro lavoro e farci trovare pronti appena tutto sarà in ripresa, con le serie, con i film. Non ho paura che il pubblico dimenticherà la sala, perché c’è voglia di aggregazione, di stare insieme. Andare in sala è un rituale e il cinema manca a tutti, anche a chi va poche volte all’anno. Cerchiamo di dare un po’ di ottimismo, non durerà in eterno questo momento, ha sottolineato Carlo Verdone, dando un messaggio di conforto e speranza al settore cinematografico in occasione dell’incontro online Il cinema che verrà, organizzato dal Festival del Cinema Europeo, che ha organizzato una speciale edizione partita il 20 Dicembre 2020 e che sarà on demand fino al 10 Gennaio 2021.

Nonostante le grandi difficoltà del caso, dalle produzioni ai set, dai distributori agli esercenti, ciò che emerso dall’incontro online Il cinema che verrà. L’iniziativa è partita dal Festival del cinema europeo che nel 2020 è andato in scena on demand con la 21esima edizione, in versione speciale intitolata Festival sotto l’albero, una rassegna che ha raccolto e reso visibili online i film vincitori e il meglio dei cortometraggi delle trascorse edizioni.

Nell’ambito di questa speciale edizione/rassegna anche l’incontro online Il cinema che verrà, un’occasione per riflettere su come è andato il 2020 del cinema e quali sono le previsioni possibili per il 2021, in un confronto che ha coinvolto illustri esponenti del settore: Carlo Verdone, ospite speciale dell’evento, Alberto La Monica, Direttore del Festival del Cinema Europeo, Laura Delli Colli, Presidente Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, Francesca Cima, Presidente Sezione Produttori Cinematografici ANICA, Luigi Lonigro, Presidente Sezione Distributori Cinematografici ANICA, Mario Lorini, Presidente Associazione Nazionale Esercenti Cinematografici, Stefano Francia di Celle,  Direttore Torino Film Festival, Chiara Omero – Presidente Associazione Festival di Cinema Italiani.

Il festival del cinema europeo: il futuro del cinema è e resta nelle sale

Per chi teme che l’emergenza sanitaria possa cambiare le abitudini, e sancire definitivamente le piattaforme digitali come l’unico futuro possibile accelerando un processo che sembrava essere già in atto, non c’è da preoccuparsi.

Associazione Festival Italiana Festival di Cinema Coronavirus cinematographe

Francesca Cima, Presidente Sezione Produttori Cinematografici ANICA e Laura Delli Colli, Presidente Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani hanno sottolineato come nel 2019 in realtà vi fosse stato un aumento del pubblico in sala e che il 2020 avrebbe potuto sancire un grande salto a riguardo. Si tratta quindi solo di rimandare gli obiettivi che erano stati prefissati nel 2020, e i film, pur se alcuni hanno scelto di uscire online ci sono perché sono diversi i produttori – Carlo Verdone e Aurelio De Laurentiis tra i primi – che hanno scelto di aspettare la riapertura delle sale, perché il cinema è alla base di tutta la produzione, anche delle serie tv di qualità.

Come produttori vogliamo affermare che cinema e serie devono convivere: la buona serialità vive del continuo scambio creativo artistico e di maestranze che provengono dal cinema. I due linguaggi differenti si uniscono, si mescolano, ha spiegato Francesca Cima.

ll sostegno dello Stato naturalmente sarà fondamentale, ma i diversi esponenti del settore che hanno partecipato all’incontro hanno sottolineato più volte quanto il Mibact abbia sostenuto il settore, a partire dalla cura e dalla sicurezza dei set che hanno permesso a molte produzioni di riprendere. Si gira infatti in presenza di presidi sanitari, è richiesta forte disciplina sui set e c’è stata una maggiore apertura anche a creare delle troupe allargate per creare una maggiore alternanza tra tecnici, offrendo possibilità anche ai giovani. Un’apertura che forse in tempi diversi sarebbe avvenuta con una certa difficoltà.

Il sostegno fondamentale agli esercenti e la seconda vita dei festival

Tra gli argomenti cardine naturalmente anche il ruolo degli esercenti: sono infatti 1350 i presidi fermi, ed il sostegno pubblico a cominciare dal recovery fund e da altri fondi, come quelli regionali ed europei saranno un aiuto fondamentale.

Secondo il Presidente Mario Lorini, che conferma fortemente quanto le sale anzi in quanto luogo di aggregazione si ripopoleranno senza problemi, l’idea di dare una nuova natura agli esercenti: L’obiettivo è preservare tutte le sale: bisogna analizzare i casi, comprendere gli interventi opportuni per sostenerli cercando i fondi disponibili che siano regionali, europei. Bisogna vagliare tutte le possibilità e le opportunità per difendere questi luoghi, guardando anche alla polifunzionalità: una natura che può dare respiro a questi luoghi che sono prima di tutto luoghi pubblici e fanno parte del nostro quotidiano. L’esercente deve essere il primo a valorizzare il momento dell’uscita di un film.

Aspetto positivo e felice scoperta per i festival che hanno scelto la forma ibrida o quella online, come il caso del Festival di Torino, è stata la possibilità di avvicinare e conquistare un pubblico che era quello delle piattaforme ma non dei festival. Secondo infatti Chiara Omero, Presidente dell’Associazione dei Festival del Cinema Italiano è proprio da questa scoperta che bisognerà ripartire: Questo pubblico dovrà essere valorizzato e avere l’opportunità di continuare a seguire i festival. La tecnologia che all’inizio faceva paura ha dato una seconda vita soprattutto ai piccoli festival, creando una rete di contatti in realtà ancora più vicina, pronta a confrontarsi più di prima. L’obiettivo deve essere nel tempo riuscire a far partecipare questo pubblico in presenza ai festival quando tutto sarà rientrato.

L’impressione quindi è quella di un settore vivo, pronto a creare, sperimentare e ricominciare da punti critici e potenzialmente positivi che ha generato questo difficile momento.