Emergenza nel cinema italiano: l’incertezza sui finanziamenti minaccia la produzione

Le organizzazioni del cinema e della tv italiana affermano che la produzione si sta fermando a causa dell'incertezza sui finanziamenti statali e sui crediti d'imposta

Le organizzazioni cinematografiche e televisive italiane stanno sollevando un allarme rosso riguardo alla loro industria, avvertendo che l’intero settore è in pericolo a causa dell’incertezza sui finanziamenti statali e sui crediti d’imposta. Questa preoccupazione ha spinto queste organizzazioni a programmare una conferenza stampa d’emergenza a Roma, fissata per il 5 aprile presso il Cinema Adriano.

Quale sarà il futuro del cinema italiano?

cinema italiano Paola Cortellesi - cinematographe.it

Secondo un comunicato emesso dalle organizzazioni coinvolte, che includono l’Org dei Cineasti 100 Autori, i gruppi di produttori Anica e AGICI, Cartoon Italia e l’Associazione Attori Unita, il primo trimestre del 2024 ha segnato un brusco declino nella produzione cinematografica e audiovisiva italiana. La causa principale di questo declino viene identificata nell’assenza di chiarezza riguardo alle misure di sostegno pubblico per il settore, che sono state ritardate nel loro attuamento.

Il contesto politico aggiunge ulteriori complicazioni. Il governo italiano di destra ha lungamente discusso una riforma della legge sul cinema, sollevando domande e incertezze prima ancora di essere al potere nel 2022. Questa riforma è cruciale, in quanto regola i finanziamenti diretti al cinema e alla TV, nonché i fondamentali crediti d’imposta del 40% per film e serie TV, che hanno contribuito a rilanciare l’Italia come una potenza cinematografica negli ultimi anni.

Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha manifestato preoccupazioni riguardo alla spesa pubblica per i crediti d’imposta, che è cresciuta in modo significativo nel corso degli anni. Egli ha suggerito la necessità di rivedere alcuni aspetti della legislazione, incluso il possibile taglio del credito d’imposta dal 40% al 30% per le produzioni internazionali senza legami italiani diretti.

Tuttavia, queste proposte non sono ancora definite, creando un clima di incertezza e frenando gli investimenti nel settore. Le organizzazioni cinematografiche e televisive, insieme ai sindacati, segnalano una drastica caduta dei livelli occupazionali, con un numero sempre maggiore di lavoratori costretti a ricorrere al sussidio di disoccupazione.

La situazione è resa ancora più critica dalla possibile riduzione del credito d’imposta per le produzioni internazionali e dalla mancanza di chiarezza riguardo agli investimenti nei contenuti europei da parte delle piattaforme streaming, come evidenziato dalle modifiche proposte alla legge sui media Tusma.

Il presidente dell’Anica, Benedetto Habib, ha sottolineato l’importanza economica e culturale del settore cinematografico e televisivo italiano, che conta circa 9.000 aziende e impiega direttamente 65.000 persone. Habib ha espresso l’urgente necessità di chiarezza sul futuro dei finanziamenti statali per permettere alla produzione di ripartire.

La conferenza stampa del 5 aprile mira a sollevare l’attenzione su questa crisi imminente e a chiedere un dialogo aperto con il governo per affrontare le sfide che il settore sta affrontando. Tuttavia, senza una risposta definitiva e tempestiva, il futuro del cinema e della televisione italiani rimane incerto, minacciando una delle industrie culturali più importanti e influenti del paese.

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