Emancipation, il regista spera che lo schiaffo di Will Smith non oscuri il film: “400 anni di schiavitù sono più importanti”

Il regista Antoine Fuqua spera che lo schiaffo dato da Will Smith a Chris Rock sul palco degli Oscar non offuschi il suo nuovo film, Emancipation.

Il regista Antoine Fuqua – celebre firma di film come I magnifici 7, Training Day e Attacco al potere – spera che il pubblico possa passare sopra allo schiaffo di Will Smith sul palco degli Oscar, senza penalizzare il suo ultimo film, Emancipation, in arrivo il mese prossimo.

Ambientato nella Louisiana di fine XIX secolo, il film mostra Will Smith nei panni di un uomo di nome Peter che intraprende un estenuante viaggio verso la libertà dopo essere sfuggito alla schiavitù ed essersi unito nell’esercito dell’Unione per appoggiare la lotta del movimento abolizionista.

Lo scorso marzo il celebre attore ha fatto notizia per aver schiaffeggiato Chris Rock sul palco degli Academy Awards, dopo che il comico ha fatto una sfortunata battuta sulla moglie Jada Pinkett Smith. Le settimane e i mesi successivi hanno visto fan e personaggi pubblici discutere febbrilmente dell’evento. Per le sue azioni Smith è stato bannato dagli Academy per dieci anni.

Will Smith è il protagonista di Emancipation, uno sguardo inedito sul tema della schiavitù

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Durante un’intervista con Vanity Fair Fuqua ha fatto riferimento al momento divenuto virale, esprimendo il desiderio che il pubblico possa mettere da parte qualsiasi opinione personale abbia su Will Smith, per concentrarsi totalmente sull’importante storia che viene raccontata.

“Il film per me è più grande di quel momento. Quattrocento anni di schiavitù sono più importanti di un momento. La mia speranza è che le persone lo vedano in questo modo e guardino il film e siano travolte dalla grande interpretazione di Will e da tutto il duro lavoro svolto dall’intera troupe”.

Emancipation (di cui potete vedere il primo emozionante trailer) trae ispirazione dalla storia di Gordon, uno schiavo che, nel 1863, mostrò senza paura la sua schiena piena di frustate, che divenne un’immagine simbolo al movimento abolizionista americano. La sua sorprendente forza ha contribuito alla crescente opposizione pubblica alla schiavitù.

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