Doctor Strange: il regista Scott Derrickson spiega le sue condizioni per tornare nell’MCU

Il film, arrivato nelle sale italiane nel 2016, rappresenta l'esordio del personaggio all'interno del Marvel Cinematic Universe.

Doctor Strange è, probabilmente, uno dei lungometraggi più importanti e rivoluzionari dell’intero MCU: parliamo, in particolare, della realizzazione diretta da Scott Derrickson (Black Phone, Liberaci dal male) che lanciato sul grande schermo, nel 2016, la prima avventura del famoso stregone-chirurgo incarnato da Benedict Cumberbatch (Sherlock, The Imitation Game). Ecco, purtroppo, dopo diverso tempo, è arrivato il seguito del film, Doctor Strange nel Multiverso della Follia, ha visto alla macchina da presa Sam Raimi (Spider-Man, Drag me to Hell) che ha sostituito purtroppo Derrickson che ha avuto alcune divergenze creative con i Marvel Studios. Detto questo, non è affatto detto che non rivedremo più il cineasta in questione nel mondo de La Casa delle Idee.

Doctor Strange ha visto alla sceneggiatura lo stesso Derrickson in compagnia di Jon Spaihts e C. Robert Cargill

Doctor Strange - Cinematographe

La mentre dietro il primo Doctor Strange, in una recente intervista per ComicBook, ha infatti innanzitutto raccontato come mai ha scelto di dirigere un cinecomic e ha anche spiegato quali sono le condizioni che lo porterebbero a realizzare un altro progetto supereroistico.

“Non ho realizzato Doctor Strange perché era un film Marvel o perché era un film basato su fumetti. L’ho fatto perché erano specificamente i fumetti di Doctor Strange, che amavo e provavo sentimenti davvero forti e potenti al riguardo, e sentivo di essere il regista giusto per adattarlo. Quindi tornerei sicuramente al cinema dei fumetti se lavorassi con qualcosa che ritenessi fosse una buona evoluzione del genere. Penso che siamo in un momento in cui il pubblico, me compreso, non vuole vedere nulla che sia troppo vicino a ciò che è stato fatto. Sono molto più interessato agli audaci spin-off che all’audace sperimentazione di genere con il fumetto. Penso che il modo per convincere il pubblico a coinvolgersi nuovamente sia evolvendolo in modo significativo. Questa sarebbe la mia grande esigenza per tornare in quel tipo di mondo dei fumetti basato sulla proprietà intellettuale.”

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