Diario dal RomaFF9. Il giorno dopo

La IX edizione del Festival Internazionale del Film di Roma si è conclusa sabato con la Cerimonia di Premiazione e definitivamente ieri con le repliche dei film vincitori. Nonostante le polemiche dei giorni scorsi, il magone resta e già si sente la mancanza.
Durante la conferenza stampa finale il Direttore Generale Lamberto Mancini ha comunicato i tanto attesi numeri: 80.000 presenze in sala tra pubblico e accreditati, 150.000 stimate all’interno del Villaggio del Cinema, un netta crescita sui Social Network e un calo nelle vendite dei biglietti. Per quest’ultima voce non è stato fornito ancora alcun dato!

L’attenzione, però, non deve riguardare solo i numeri, ma spostarsi sui film, veri protagonisti insieme al pubblico di questa manifestazione. Hanno vinto per la sezione Gala la favola moderna Trash di Stephen Daldry, per Cinema d’Oggi il cinese 12 Citizens di Xu Ang, per Prospettive Italia la commedia Fino a qui tutto bene di Roan Johnson e il documentario Looking for Kandija di Francesco G. Raganato, in fine per Mondo Genere direttamente da Boollywood Haider di Vishal Bhardwaj.
Se pur le aspettative erano altre e nonostante in questa edizione nessun titolo abbia spiccato il volo più degli altri, i Premi sono incontestabili. Per la prima volta, infatti, non è stata una giuria di tecnici o artisti a decretare i vincitori, ma il pubblico, sovrano decisore assoluto.

La IX edizione del RomaFF9 è stata abbastanza fiacca. Si è tentato di renderla una Festa, ma in realtà ha perso il suo smalto e quell’atmosfera magica che la distingueva e faceva sì che l’attesa ogni anno fosse tanta. “Il primo anno ho realizzato un Festival competitivo e qualitativo a livello internazionale, nel secondo ho dovuto allungare il vino con l’acqua e per il terzo fare una sterzata definitiva verso la Festa”. Con queste parole Marco Muller, Direttore Artistico del Festival, ha commentato il suo lavoro qui a Roma.

Il suo mandato scade a fine Dicembre e come annunciato dallo stesso in conferenza stampa, non ci sarà un seguito.
Muller è apparso stanco e provato. Ha annunciato che dopo 30 anni di Festival torna a fare il Professore Ordinario in una Facoltà di Architettura in Svizzera. L’unica speranza è che un uomo con la sua grande cultura cinematografica, che ha lavorato nel cinema in più e diversi ruoli, non lasci questo mondo. Certo è che il suo lavoro a Roma è stato duro e in molti troppo spesso gli hanno remato contro. In fondo, la sua direzione artistica non è stata malvagia. Ha portato sul tappeto rosso il cinema importante, indipendente, famoso e rivoluzionario.
Alla prossima Direzione e Edizione!