Deadpool: recensione da letto ( un po’ sboccata) del film di Tim Miller

LUI: Deadpool, film di Tim Miller che cambia il concetto di “cinecomic”.
LEI: spettatrice piacente e soddisfatta, ma un po’ ingenua.

– Eh eh eh! Oh, Deadpool, sei proprio un birbante…
– Sì, eh? Ti sei divertita?
– Eccome! Era tanto che non ridevo così, bello mio. Ma diciamolo: non mi sono divertita quanto ti sei divertito tu.
– Oh, dici?
– Dico, dico… E faccio i miei complimenti al tuo regista Tim Miller, che è praticamente un esordiente, a Ryan Reynolds e soprattutto ai tuoi sceneggiatori, Reese e Wernick. Gran bel lavoro, ma anche qualche gran botta di culo.
– Ok, squinzia. Spiegami bene la storia della botta di culo.
– Beh, dai, è plateale! Sei un film folle, sei fuori scala! Quando mai si è visto un cinecomic della Marvel in cui il protagonista viene penetrato con uno strap-on?

Ryan Reynolds in Deadpool

Esatto. Vengo penetrato con uno strap-on.

Insomma, come gli sei venuto in mente? La produzione si è chiusa in un hotel con alcool e droga per una settimana? Hanno deciso di fare un cinecomic con tutte quello che non bisognerebbe mettere in un cinecomic? Hanno voluto scoprire quante volgarità riuscivano a mettere in un singolo script?
– Dimmi, tesoro: hai qualche problema con le volgarità? O magari con le tette delle spogliarelliste? O con le scene di sesso?
– Ma no…
– Non ti piace che i protagonisti vengano presi da dietro? Perché tu non sembravi così dispiaciuta, prima…
– Ma cos’hai capito, idiota! Sto dicendo che mi sei piaciuto, ma che sono sconvolta che ti abbiamo permesso di arrivare nelle sale!
– Ah. Ora è tutto chiaro.
– Sì?
– Sì, piccola. Non hai capito un c***o.

Deadpool applaude

“Se io posso dire c***o, può dirlo anche l’autore di questa recensione, ecco.”

 

– Come, scusa?
– Non hai capito un c***o. Ma ti perdono perché sei carina e ingenua, e fondamentalmente costituisci il prototipo del mio spettatore medio.
– Vuoi spiegarmi, di grazia?
– Sei davvero convinta che io sia arrivato nei cinema grazie ad una botta di culo? Grazie ad un dirigente della Fox particolarmente permissivo e liberale? Piccola, facciamo due conti: è dal 2000 che si parla di fare un film su Deadpool, con almeno quattro registi che sono entrati nel progetto e poi hanno deciso di lasciar perdere. Tanto per dire che non mi hanno improvvisato, ok?
– Ok, ti seguo.
– Nel luglio 2014 è stato diffuso “illegalmente” nel web un video di prova in CGI in cui c’erano tutti i punti chiave, dall’umorismo sboccato allo sfondamento ripetuto della quarta parete.
– Sì, mi ricordo. Ma perchè le virgolette?
– Perchè se il video non fosse piaciuto alla Fox potevano dire “era solo un test, abbiamo scherzato, come siete permalosi”. Invece il video è piaciuto. A tutti. Tipo, il web è esploso. E nel giro di due mesi la Fox ha dato luce verde.
– Hai capito la furbata!
– Non sono un fortunato incidente di percorso: mi hanno fatto con consapevolezza totale e con un’attenzione maniacale a tutti i dettagli. Hanno capito che c’era spazio per un cinecomic per un pubblico adulto, ma non ci si sono buttati a pesce, ci sono andati con i piedi di piombo. Ed eccomi qua.
– Ora che ci penso, anche la tua campagna marketing è stata particolare.
La mia campagna marketing è stata geniale, sbarbina. Per tre mesi ho praticamente dominato il web. Dovunque ti giravi, trovavi me. Anche qui: ogni mossa calibrata al millimetro.
– Mmm… Ok, mi hai convinto. Però…
– Però?
– Adesso che hai cambiato le carte in tavola, cosa ne sarà dei cinecomic?
– Piccola, io sono la salvezza dei cinecomic. Il filone stava ancora dando i suoi frutti, ma meno di prima. Già con Ant-Man e X-Men: Days of a Future Past si avvertivano i primi segni di inflessione, e alla Warner devono ancora trovare la formula perfetta. Io porto aria nuova in città.

Deadpool sedere

Esatto. L’aria nuova in città.
Perchè non si può fare una recensione su Deadpool senza fare battute a tema “flatulenza”.

Ho dimostrato che i cinecomic non devono per forza essere politicamente corretti. Anzi, le persone che guardano i cinecomic probabilmente ne hanno le palle piene del politicamente corretto.
– Beh, non lo so. Non ce lo vedo Steve Rogers che apostrofa gli sgherri dell’HYDRA con “baciatemi il culo”.
– Certo che no, sciocchina. La coerenza è la prima cosa. Ma ora, con me, c’è un’alternativa. Non è un caso che proprio in questi giorni si vociferi che Ant-Man and The Wasp e Wolverine 3 saranno vietati ai minori di 17 anni.
– Quindi, Deadpool, avresti salvato i cinecomic?
– Bah. Forse non avevano ancora bisogno di essere salvati. Però sicuramente gli ho fatto un gran bene. E se hai finito di parlare, possiamo ricominciare dove avevamo interrotto.
– Si può fare. Se vuoi, per la prossima volta, posso procurarmi anch’io uno strap-on…
– Ma per carità! Quelle cose piacciono a Ryan Reynolds, non a me.