Daniel Day-Lewis e quella volta che finì a Firenze a fare il calzolaio presso la bottega di Stefano Bemer

Daniel Day-Lewis mentre lavora in una fabbrica di calzature: è davvero successo!

Daniel Day-Lewis è un nome affermato nell’industria di Hollywood. Tra i film in cui ha recitato ricordiamo Camera con vista (1985), L’insostenibile leggerezza dell’essere (1988), Il mio piede sinistro (1989), L’ultimo dei Mohicani (1992), Nel nome del padre (1993) e Gangs of New York (2002). Ebbene, questo signore qui, una delle star più corteggiate da registi e produttori, plurimilionario, ha in passato lavorato per un calzaturificio a Firenze, intento a realizzare dei veri e propri capolavori.

Daniel Day-Lewis: alla scoperta dell’artigianato

Dopo aver girato un paio di pellicole nel biennio 1996-1997, Daniel Day-Lewis, attore premio Oscar, è scomparso dai radar per quasi cinque anni. Fu durante l’autoimposto esilio che, secondo quanto riferito, coltivò un’altra passione: apprendere l’arte della produzione di scarpe. Stando al racconto l’allora 42enne si concesse una pausa dallo sfarzo e dal glamour tipico negli USA per condurre giorni da persona comune e “sporcarsi le mani” in uno stabilimento italiano del capoluogo toscano.

Daniel Day-Lewis, la moglie Rebecca e il figlio rimasero in città quell’estate e la maggior parte del tempo l’attore la spese all’interno della fabbrica di scarpe. A quanto pare, conosceva già il maestro artigiano Stefano Bemer, le cui opere fatte a mano sono leggendarie; le sue creazioni su misura sono vendute da 500 euro in su. Si sono conosciuti l’inverno precedente, mentre il calzolaio di Daniel, trovandosi a Londra, lo ha chiamato per una prova, ha confessato un amico del celebre interprete al tabloid The Enquirer.

L’arte della calzatura affascinò Daniel Day-Lewis a tal punto da chiedere a Bemer di insegnargli le abilità di tagliare, modellare, incollare, inchiodare e calzare le scarpe. Alla proposta Bemer accettò di buon grado e si offrì di trasmettergli tutto il suo sapere nei mesi passati a Firenze. Un’esperienza unica per Day-Lewis, che non se ne sarà di certo scordato.

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