Charlie Kaufman: “Non è Netflix a rovinare il cinema ma gli Studios”

Kaufman ha poi parlato degli scarsi risultati ottenuti al botteghino con i film da lui diretti, (Synecdoche, New York del 2008 e Anomalisa del 2015) al contrario di quei titoli di cui ha scritto le sceneggiature per altri registi (Eternal Sunshine of the Spoless Mind, ad esempio).

In attesa dell’uscita del suo nuovo film, I’m Thinking of Ending Things, Charlie Kaufman ha parlato dell’influenza di Netflix sull’industria del cinema

Charlie Kaufman è l’ultimo cineasta a intervenire riguardo l’influenza di Netflix sull’industria cinematografica. Ormai da anni, la crescita della piattaforma streaming è sotto gli occhi di tutti, soprattutto dal punto di vista dei consensi e dei riconoscimenti dalla critica, è questo è stato un argomento di discussione per quanto riguarda l’esperienza di vedere film e l’industria cinematografica in generale. Si discute costantemente sul fatto che i servizi di streaming siano responsabili di “distruggere” tutto ciò. Numerosi cineasti hanno partecipato a questo dibattito nel corso degli anni, da Christopher Nolan a Steven Spielberg, passando per Martin Scorsese.

Il regista statunitense è intervenuto sull’argomento nelle scorse ore sul Wall Street Journal, dopo aver parlato dell’uscita del suo film Netflix, atteso per il 4 settembre. Scritto e diretto da Kaufman, I’m Thinking of Ending Things si basa sull’omonimo romanzo di Ian Reid, un thriller psicologico su una donna che viene abbandonata dal suo fidanzato lungo la strada che li avrebbe portati nella fattoria isolata dei genitori di lei.

Stavo cercando qualcosa che qualcuno mi avrebbe permesso di dirigere ed è più facile realizzare qualcosa se si basa su un libro, un fumetto o un film già esistente. Il produttore con cui lavoro ha raggiunto un accordo con Netflix. Non so se Netflix sapeva che stavo per trasformarlo in qualcosa di meno thriller rispetto al libro che invece ti porta pian piano verso una rivelazione, ed ho pensato che potesse essere troppo ovvia e deludente nel film. Le cose sono più misteriose nelle parole di quanto non siano nelle immagini.

Kaufman ha poi parlato degli scarsi risultati ottenuti al botteghino con i film da lui diretti, (Synecdoche, New York del 2008 e Anomalisa del 2015) al contrario di quei titoli di cui ha scritto le sceneggiature per altri registi (Eternal Sunshine of the Spoless Mind, ad esempio). Ha anche spiegato come sia stato molto più semplice realizzare una sceneggiatura originale all’inizio della sua carriera:

Potevo giocare e sperimentare, ma il business è cambiato enormemente, e tutto è accaduto intorno al 2008 quando gli studi hanno smesso di fare film ed hanno iniziato a creare film dall’incasso facile. La ragione per cui qualcosa come Netflix attira i cineasti è perché non c’è nessun altro posto dove poter realizzare queste cose. È esasperante per me quando la gente dice che Netflix sta rovinando i film perché credo proprio che siano stati gli studi a rovinare i film, questa è la verità.

Fonte: indiewire
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