Charlie Chaplin: il discorso (sempre attuale) usato nello spot Lavazza

Il testo del monologo finale de Il Grande Dittatore di Charlie Chaplin è stato scelto dalla Lavazza per accompagnare il suo spot durante la crisi del 2020.

Il “discorso all’umanità” de Il Grande Dittatore torna ad emozionare attraverso la voce di Charlie Chaplin nello spot Lavazza [Testo]

Quest’anno, nel mese di ottobre, ricorrerà l’80esimo anniversario dell’uscita de Il Grande Dittatore, capolavoro indiscusso dell’indimenticabile Charlie Chaplin. In questi giorni, mentre il mondo si ritrova ad affrontare una crisi sanitaria senza precedenti, in televisione inizia a circolare lo spot Lavazza che riporta le parole lungimiranti e sempre attuali del celebre discorso all’umanità che chiudeva proprio il film del 1940. La voce che le fa risuonare all’interno delle case italiane è sempre quella di Charlie Chaplin e, c’è da dirlo, ascoltarle in questo periodo storico in cui, dopo una crescita costante di divisioni tra i popoli del mondo, ci si ritrova ad essere uniti contro un nemico comune, fa venire quasi i brividi.

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Un monologo toccante e sempre attuale che la Lavazza ha pensato bene di riproporre e che sarà così conosciuto anche dalle nuove generazioni che probabilmente non ha ancora avuto l’occasione di recuperare Il Grande Dittatore e scoprire così il genio di Charlie Chaplin. Nel film, vediamo Charlie Chaplin che interpreta sia una parodia di Adolf Hitler (Adenoid Hynkel nel film) che un barbiere ebreo che, per equivoco, nel finale sostituirà Hitler nel discorso alla nazione. Di seguito, riportiamo il testo integrale del discorso:

Mi dispiace, ma io non voglio fare l’imperatore. Non voglio né governare né comandare nessuno. Vorrei aiutare tutti: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi

Tutti noi esseri umani dovremmo unirci, aiutarci sempre, dovremmo godere della felicità del prossimo. Non odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti. La natura è ricca e sufficiente per tutti noi.

La vita può essere felice e magnifica, ma noi l’abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, fatto precipitare il mondo nell’odio, condotti a passo d’oca verso le cose più abiette.

Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformati in cinici, l’abilità ci ha resi duri e cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo poco.

Più che macchine ci serve umanità, più che abilità ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è vuota e violenta e tutto è perduto.

L’aviazione e la radio hanno avvicinato la gente, la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà dell’uomo, reclama la fratellanza universale. L’unione dell’umanità.

Persino ora la mia voce raggiunge milioni di persone. Milioni di uomini, donne, bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di segregare, umiliare e torturare gente innocente. Non disperate! Perché l’avidità che ci comanda è soltanto un male passeggero, come la pochezza di uomini che temono le meraviglie del progresso umano.

Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi comandano e che vi disprezzano, che vi limitano, uomini che vi dicono cosa dire, cosa fare, cosa pensare e come vivere! Che vi irregimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie! Voi vi consegnate a questa gente senza un’anima! Uomini macchine con macchine al posto del cervello e del cuore. Ma voi non siete macchine! Voi non siete bestie! Siete uomini! Voi portate l’amore dell’umanità nel cuore. Voi non odiate. Coloro che odiano sono solo quelli che non hanno l’amore altrui. Soldati, non difendete la schiavitù, ma la libertà!L’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori. Il potere che hanno tolto al popolo, al popolo tornerà. E qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.

Ricordate che nel Vangelo di Luca è scritto: «Il Regno di Dio è nel cuore dell’Uomo». Non di un solo uomo, ma nel cuore di tutti gli uomini. Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, il progresso e la felicità. Voi, il popolo, avete la forza di fare si che la vita sia bella e libera. Voi potete fare di questa vita una splendida avventura.

Soldati, in nome della democrazia, uniamo queste forze. Uniamoci tutti! Combattiamo tutti per un mondo nuovo, che dia a tutti un lavoro, ai giovani la speranza, ai vecchi la serenità ed alle donne la sicurezza.

Promettendovi queste cose degli uomini sono andati al potere. Mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno. E non ne daranno conto a nessuno. Forse i dittatori sono liberi perché rendono schiavo il popolo.

Combattiamo per mantenere quelle promesse. Per abbattere i confini e le barriere. Combattiamo per eliminare l’avidità e l’odio. Un mondo ragionevole in cui la scienza ed il progresso diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati! Nel nome della democrazia siate tutti uniti!”