Captain America versione MCU: come è sopravvissuto Steve Rogers nel ghiaccio?

La questione non è mai stata approfondita prima d'ora ma pare che sia stata recentemente data una risposta esaustiva.

Captain America è un personaggio che abbiamo imparato a conoscere davvero molto bene nel corso degli ultimi anni

Di Steve Rogers, aka Captain America (La Sentinella della Libertà), sappiamo praticamente ogni cosa: dai suoi natali, alla sua volontà senza pari di entrare nelle forze militari per difendere il proprio paese nonostante non avesse “il fisico”, all’introduzione nel programma per diventare il Supersoldato che tutti conosciamo, fino alle vicissitudini che l’hanno portato allo schianto nelle nevi perenni che lo hanno ibernato per settant’anni.

Ma è proprio questo quello che non sappiamo: come ha fatto Rogers a non morire e a conservarsi per tutto quel tempo? Certo, è un potenziato ma non è stato inserito in nessuna macchina per la crio-conservazione come invece ha fatto l’Hydra con il Soldato d’Inverno.

Se ci pensate bene, alla domanda non è mai stata data una risposta nei film, ma una spiegazione dell’evento è stata finalmente data all’Avengers S.T.A.T.I.O.N. a Las Vegas. Un utente Reddit (darthalex22) ha pubblicato una foto della spiegazione online, e indica un fenomeno biologico che di solito si vede solo comparire negli animali:

“L’esame fisico del capitano Rogers ha rivelato che, nonostante l’addensamento dovuto al ghiaccio, l’acqua del suo sangue non si è congelata; gli esami del sangue hanno rivelato che il suo sangue conteneva una quantità eccessive di glucosio a causa del suo fegato che, per la composizione del suo corpo potenziato, lavorava comunque le sue riserve di glicogeno, abbassando così la temperatura di congelamento dell’acqua contenuta nel sangue e creando, di conseguenza, una sorta di “crioprotettore” naturale (non artificiale come quello dell’Hydra ndr.) Questo processo è simile a quello che si riscontra nella biologia degli Orsi d’acqua (Tardigradi) e delle Rane di legno mentre sono in letargo. Questi animali metabolizzano il glicogeno nel loro fegato per farne circolare quantità copiose nel loro corpo e ridurre la contrazione osmotica delle cellule, evitando il congelamento. Questo, tuttavia, non è mai stato visto prima in nessun essere umano.”

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