Can Yaman parla della sua vera natura di ‘secchione’: “se non fossi stato bello avrei avuto ancora più successo”

Can Yaman racconta il suo rapporto con la bellezza.

Can Yaman, protagonista con Francesca Chillemi della nuova fiction Viola come il mare, ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera il suo rapporto con la bellezza. A chi desiderava sapere come fosse, il trentaduenne turco ha spiegato che sono gli altri a ricordarglielo sempre. Fosse per lui, se lo sarebbe già dimenticato.

Can Yaman: un passato da primo della classe

Can Yaman racconta il suo rapporto con la bellezza Cinematographe.it

Se non fosse stato bello, Can Yaman pensa che avrebbe avuto ancora più successo. Occorre andare oltre i pregiudizi. Ci sono persone baciate ancora più da Madre Natura, ma non si va lontano se l’aspetto non è accompagnato da ulteriori qualità quali tenacia, determinazione e grinta. Secondo l’attore di per sé la bellezza non è sufficiente e lo stesso vale riguardo al talento.

Senza lo studio non si può ottenere nulla e lui stesso ha confidato di essere stato ‘secchione’ a scuola. Ha studiato in un Liceo Scientifico in italiano perché spinto da sua madre professoressa, la quale, nella crescita del figlio, ha ricoperto un ruolo essenziale. È grazie a lei, infatti, che il giovane Can Yaman si è avvicinato alla cultura italiana. Quella stessa cultura con cui ha ottenuto soddisfazione sul piccolo schermo.

Can Yaman racconta il suo rapporto con la bellezza Cinematographe.it

Il liceo scientifico in italiano era una scelta d’élite ma necessaria per i suoi. Sui banchi Can Yaman si applicava molto, l’educazione costituiva una via di scampo, migliorarsi una via di fuga, il lavoro del padre (avvocato) andava male. I suoi gli dicevano che avrebbero potuto spostarsi in un altro istituto a causa dei costi e ciò lo ha incentivato. Ha concluso il percorso che era il migliore della scuola. La sua media, 92,57 su cento, rimane il primato. Nessuno lo ha mai superato.

Quanto al rapporto con la cultura italiana, Can Yaman ha ammesso di esserne attratto da sempre. Provava una forte simpatia, gli piaceva tutto, dall’architettura alla cucina, alle auto. Poi il destino lo ha condotto qui.

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