Barbie, America Ferrera risponde alle critiche sul suo monologo sul femminismo

America Ferrera risponde a tutti coloro che hanno criticato il suo monologo in Barbie, ritenendolo una "semplificazione" del movimento femminista.

Oltre ad essere il film con i maggiori incassi del 2023, Barbie è probabilmente il lungometraggio che ha ricevuto più critiche, per i motivi più disparati. Da un lato, tanti spettatori hanno deciso di attaccare l’ultima fatica di Greta Gerwig per la sua presunta eccessiva aggressività nei confronti degli uomini e della mascolinità, ma questo probabilmente l’avevano messo in conto, visti i tempi che corrono.

Ciò che non ci si aspettava era che l’avventura della bambola Mattel venisse attaccata anche dagli stessi femministi, alcuni dei quali hanno accusato la produzione di aver semplificato il discorso del movimento femminista in diversi momenti all’interno della pellicola, tra cui durante il monologo strappalacrime di America Ferrera, la quale, per circa tre minuti, affronta i doppi standard che le donne devono affrontare nella loro vita quotidiana.

Ebbene, durante un’intervista al New York Times, l’attrice ha risposto a queste critiche sottolineando l’ovvio: se sei già ferrato in materia quel monologo non è stato pensato per te, ma questo non significa che non sia stato d’aiuto per altre persone, qualcuno con meno familiarità con il concetto di femminismo.

“Possiamo sapere le cose e avere ancora bisogno di ascoltarle ad alta voce. Può essere catartico. Ci sono molte persone che hanno bisogno di passare al femminismo, intere generazioni di ragazze che escono allo scoperto ora che non hanno parole per descrivere la cultura in cui vivono. Ci sono anche ragazzi e uomini che potrebbero non aver mai trascorso del tempo a pensare alla teoria femminista. Se sei esperto di femminismo, allora potrebbe sembrare una semplificazione eccessiva, ma ci sono interi paesi che hanno vietato questo film per un motivo. Dire che questo tipo di femminismo basilare non è necessario è una semplificazione. Presumere che tutti siano allo stesso livello di conoscenza e comprensione dell’esperienza della femminilità è una semplificazione troppo eccessiva”.