Santa Clarita Diet – Stagione 3 – un finale perfetto per la serie tv Netflix?

La cancellazione di Santa Clarita Diet da parte di Netflix ha suscitato non pochi malumori. Ma il finale della terza stagione può considerarsi perfetto?

Il 27 aprile 2019, non molti giorni dopo la distribuzione online della terza stagione di Santa Clarita Diet, Netflix ha annunciato la cancellazione dello show. La serie prodotta da Victor Fresco ha dato una chiave di lettura piuttosto originale alle zombie series, che – da The Walking Dead in poi – hanno invaso il piccolo schermo. Per questo motivo, la notizia che una quarta stagione di Santa Clarita Diet non ci sarà ha suscitato non pochi malumori.

Santa Clarita Diet racconta la storia di Sheila Hammond (Drew Barrymore), una timida agente immobiliare che, dopo aver mangiato delle vongole avariate, si trasforma in una vorace ed esplosiva non-morta. La sua fame di carne umana sconvolgerà per sempre la vita della sua famiglia, dei suoi vicini e di tutta la città.

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A giudicare dalle ultime sequenze della terza stagione, inoltre, non si riesce a capire se il team di scrittura era stato preparato o meno al taglio. Certamente molti cicli narrativi rimasti in sospeso nelle tre stagioni si sono chiusi nell’ultima puntata,  La setta di Sheila. Allo stesso modo, però, se ne sono aperti di nuovi e importanti, lasciando il pubblico una discreta dose di curiosità e aspettativa verso gli sviluppi futuri della serie.

Attenzione! Seguono SPOILER su Santa Clarita Diet 3

Santa Clarita Diet: Joel l’immortale

Santa Clarita Diet 3 Cinematographe.it

Uno dei turning point più esaltanti del finale della terza stagione sta nella trasformazione di Joel (Timothy Olyphant) in non-morto. Dopo averne discusso a lungo, infatti, la coppia si ritroverà finalmente a condividere l’eternità, insieme. La scelta, così definitiva, non è stata presa in maniera ponderata e consapevole: è stato, anzi, un gesto inevitabile con cui Sheila ha salvato la vita al marito, dopo che Mr Ball Legs (il ragno di carne umana vomitato dalla protagonista dopo il proprio trapasso) gli si è infilato nella testa, lobotomizzandolo.

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Il timoroso Joel, abituato ad agire come spalla della moglie, avrebbe potuto trarre molto giovamento dal passaggio a miglior vita. Come spesso è ripetuto nel corso dello show, infatti, uno dei vantaggi del diventare zombie è la conquista della sicurezza in se stessi e una rinnovata energia vitale. Non è da dimenticare, inoltre, che uno dei temi dell’ultima stagione – la minaccia da parte dei Cavalieri di Serbia alla sopravvivenza di Sheila – è stato risolto proprio dall’impegno, l’astuzia e il coraggio di Joel. Diventando il nuovo responsabile di zona dell’antica setta di cacciatori di non-morti, Joel ha assicurato una vita serena alla sua dolce metà: ma cosa sarebbe potuto accadere se i suoi colleghi Cavalieri avessero visto che, col passare dei decenni, Joel sarebbe rimasto non solo in vita, ma anche sempre uguale a se stesso?

santa clarita diet cinematographe.it

Inoltre, una scelta definitiva come quella di diventare non-morto era frutto di perplessità sia per la rigida dieta a base di carne umana che il personaggio avrebbe dovuto adottare, sia per il rapporto della coppia con la figlia Abby (Liv Hewson) che – a questo punto – rimane l’unica vivente della famiglia. Non si sa, stando al finale della terza stagione, come la ragazza avrebbe reagito alla notizia e avrebbe – in futuro – conciliato la sua attività di erede-Cavaliere di Serbia con la convivenza domestica.

Santa Clarita Diet: la setta di Sheila

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Nel corso delle tre stagioni, la bionda e vulcanica Sheila (uno dei ruoli che meglio hanno valorizzato il talento comico di Drew Barrymore) si è interrogata a lungo sul senso della sua trasformazione. Sicuramente fomentata dalla poliziotta omosessuale e integralista cattolica Anne Garcia (Natalie Morales), Sheila ha colto un segno divino nella sua fame di carne umana, scegliendo di uccidere e mangiare solo la gente cattiva (tipo nazisti, truffatori e misogini). Inoltre, è consapevole del miglioramento della qualità della vita che le è stato donato dopo la morte. Così la protagonista realizza che con un morso – e la trasmissione del suo virus – è in grado di dare nuova forza, fiducia e di prolungare all’infinito la sopravvivenza del prossimo. Attraverso la morte, Sheila è in grado di dare la vita.

Per un’anima dolce e pura come quella dell’agente immobiliare Hammond, questo dono diventa una vera e propria responsabilità: per questo motivo decide di mordere e trasformare l’anziana invalida Jean (Linda Lavin) e permetterle di vivere tanto a lungo da vedere la nipotina nascere e crescere. Analogamente, anche Ron (Jonathan Slavin) è riuscito a farsi trasformare ingannando la testa di Gary (Nathan Fillion) – la prima vittima di Sheila, che vive nel garage della coppia.

Santa Clarita Diet 3 Cinematographe.it

Santa Clarita è dunque popolata da ben quattro non morti, supportati dall’ex Cavaliere di Serbia Tommy (Ethan Suplee). Nell’ultima sequenza della puntata, anzi, sembrerebbe che la squadra composta da Ron, Jean e Tommy si sia presa in carico il compito di vigilare sulla cittadina, sulla propria salvezza e su quella di chiunque abbia la fortuna di essere considerato da loro buono.

Santa Clarita Diet 3: un finale-non finale

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Probabilmente l’unico vero punto che gli sceneggiatori hanno messo alla storia riguarda Abby e Eric (Skyler Gisondo). I due ragazzi hanno flirtato per tutta la durata della serie e sembrava ormai che Eric fosse destinato a restare per sempre nella friendzone. Tuttavia, in ultimissima battuta, il cuore della rigida Abby si è sciolto avvicinandosi in una maniera del tutto nuova a quello dell’amico. Inoltre, anche il sospetto dell’FBI su di loro, dopo l’atto di terrorismo ambientale che li ha tanto avvicinato nel corso delle ultime puntate, si dissolve – lasciando tutti piuttosto sollevati.

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Tuttavia, una love story tra adolescenti è un finale poco soddisfacente per i fan della prima serie comedy zombie apparsa sul piccolo schermo. A differenza di Shaun of the Dead (in italiano: L’alba dei morti dementi) di Edgar Wright – che rivisitava il genere in chiave demenziale – qui il pubblico entra in contatto con il punto di vista dello zombie. A confermare l’originalità del progetto, Santa Clarita Diet e i suoi protagonisti smontano uno ad uno i cliché dei morti viventi che da Romero in poi hanno acquisito diverse identità ma (quasi) mai quella di persone positive, altruiste e potenziali salvatrici della comunità.

Alla domanda: “Quello di Santa Clarita Diet è un finale perfetto?” si risponderà dunque in maniera tristemente negativa. Se è vero che “O muori da eroe, o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo” – e che, quindi, meglio un finale repentino, ma che congedi lo spettatore con l’impressione che la serie non sia mai scesa in qualità – allo stesso tempo sarebbe stato interessante osservare gli sviluppi delle basi poste nel finale della terza stagione.

Le tre stagioni di Santa Clarita Diet sono attualmente disponibili su Netflix.

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