La casa di carta – Parte 3: spiegazione del finale di stagione

Cosa succede nell'ultimo episodio de La casa di carta - Parte 3? Nairobi se la caverà? E il professore? Ecco come finisce la terza stagione Netflix.

Il momento è arrivato, il gruppo capeggiato dal Professore è nuovamente in guerra. La casa di carta è una serie Netflix molto amata, ma anche molto criticata; l’idea di realizzare la terza parte di una serie che sembrava conclusa già con il suo secondo capitolo aveva fatto storcere il naso a molti, e quando la serie è uscita su Netflix la perplessità da parte di alcuni è aumentata ancora di più. La casa di carta – Parte 3 è infatti divisiva: lo zoccolo duro dei fan ha apprezzato le ultime 8 puntate ma i più esigenti non hanno amato molte delle scelte, spinti da una unica e potente domanda: c’era bisogno di realizzare un prodotto che è un po’ una imitazione di ciò che abbiamo già visto?

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L’ultimo episodio riesce a dare qualcosa in più a una stagione che non ha spinto sull’acceleratore, rimanendo su schemi per cui La casa di carta è nota: il piano è perfetto ma, di momento in momento, c’è qualcuno o qualcosa che cerca di romperlo; una corsa a perdifiato in cui però ci sono vari ostacoli; una partita a scacchi dove ogni mossa prevede una contromossa. Gli attacchi sono molto simili, così come gli archi narrativi dei personaggi in una coazione a ripetere che può attirare, ma anche no. L’ultimo episodio riesce a tirare le fila e a dare qualche scossone allo spettatore: questo è un finale differente dai precedenti, che sa a tratti stupire, far commuovere, soffrire anche.

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Come ormai siamo stati abituati, da una parte c’è l’intera squadra, impegnata nel salvarsi e risolvere i problemi, dall’altra c’erano il Professore e Lisbona, ma ora si sono dovuti dividere perché la polizia è sulle loro tracce.

La casa di carta – Parte 3 continua a lavorare sui sentimenti oltre che sull’azione e infatti uno dei momenti più coinvolgenti è il dialogo che i due fanno con i loro walkie-talkie: l’uomo, forse con queste parole per la prima volta, confessa i propri sentimenti a Lisbona. Durante tutta la stagione era pieno di dubbi, incertezze, ritrosie non solo in rapporto alla donna, ma anche rispetto all’intero progetto che, questa volta, non era ideato da lui. Se la donna è stata coraggiosa, mettendo da parte la sua vita precedente per amore, lui è sempre rimasto un passo indietro, frenato dalla sua indole, timida e chiusa. Mentre il Professore si è salvato seguendo pedissequamente il piano, l’ex poliziotta, nascosta dentro una cassa nella fattoria, viene trovata dai proprietari e messa all’angolo.

Prova, grazie a tutte le negoziazioni fatte nella sua “vita precedente”, a corrompere l’uomo e la donna che si trova di fronte, ma non può nulla con l’orda di poliziotti di cui si sente l’arrivo. Non bastano i 20 milioni di euro, non bastano le suppliche della donna; ormai lei è nelle mani del “nemico”, di quelli che una volta chiamava “colleghi”. Dall’altro “capo” c’è impotente il Professore che non può nulla per salvare l’amore della sua vita.

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Nel frattempo, Palermo, uno dei nuovi volti della serie, colui che ha preso il posto di Berlino, ha un solo compito: dare il via al “piano Alcatraz”. Lo scopo dovrebbe essere quello di far credere alla polizia che loro sono in fuga, in realtà le forze dell’ordine non stanno seguendo i rapinatori ma Sofia, il furetto anch’esso vestito di rosso, che porta un chip GPS. È solo un modo per far si che la squadra speciale si concentri sulla loro fuga e non sulla ricerca del Professore e di Lisbona. Tutto questo cade nel vuoto perché si scopre subito il “gioco” e la polizia può concentrarsi, forse con ancor più accanimento, sui due amanti.

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Lo fa soprattutto Alicia Sierra, poliziotta cinica e crudele. Il suo è un ruolo perfetto, che sa usare le debolezze della banda, un gruppo di pazzi, “rifiuti della società”, fragili e coraggiosi al tempo stesso, pieni di problemi irrisolti e di buchi neri da riempire. La donna capisce l’intento del Professore e ne capisce anche la disperazione. Decide di puntare al cuore della squadra per colpirla e per fare ciò studia i fascicoli di ogni componente: sceglie Nairobi perché ha un figlio che non vede da molto e lo usa come esca per attirarla in una trappola.

Nairobi si sente in colpa per la sua assenza nella vita del figlio, per ciò che ha fatto (spesso spacciava proprio servendosi del bambino). È interessante che in questo scontro ci siano proprio due mamme, da una parte Nairobi, dall’altra Alicia, incinta, mamma futura. Da una parte c’è l’amore in senso lato che paradossalmente sta con i cosiddetti cattivi, dall’altra l’assenza totale di empatia proprio tra quelli che dovrebbero essere i buoni.

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L’episodio continua a essere “biforcato”: il Professore che scende dall’albero e corre a perdifiato verso Lisbona per consegnarsi, visto che è lui che vogliono, e Lisbona che nelle mani della polizia si rifiuta ripetutamente di confessare la posizione del suo amato. Dentro la Banca c’è invece una tragedia che sta per compiersi: Nairobi guarda alla finestra e scorge il figlio. Senza difese, senza protezioni la donna osserva estasiata quella creatura che non vede da tempo, affacciata alla finestra si mostra in tutta la sua fragilità di persona che ama e soprattutto di madre. Un cecchino è pronto a colpirla in pieno petto, proprio a quel cuore che lei ha da sempre, nonostante tutto, dimostrato di avere. Accasciata a terra è attorniata dall’amore dei suoi compagni che si prendono cura di lei e tentano il tutto e per tutto per rianimarla.

In campagna c’è un altro cuore che sta per esplodere, quello del Professore, mentre si sta avvicinando al luogo in cui hanno trovato Lisbona, l’uomo sente un colpo di pistola; non ci sono dubbi: l’agente Suarez ha sparato all’amore della sua vita.

In entrambi i casi ciò che spinge Nairobi, il Professore e anche Lisbona, è proprio quell’amore che ha da sempre contraddistinto parte di questa squadra. L’uomo che ha tentato di stare lontano dai sentimenti, che ha criticato Berlino per il suo essere un “animale” pieno di sentimento e passione, ha portato sul campo il nemico della ragione.

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“Il Professore era caduto nella sua stessa trappola. L’udito, gran generatore di paranoia. È la carta che ha giocato Sierra per distruggerci”.

Il Professore si è dimenticato di essersi preso gioco della polizia inducendola a credere, grazie ai rumori prodotti che la squadra stesse fuggendo, e cade nella sua stessa trappola perché Alicia ha ordinato all’agente Suarez di sparare un colpo in aria. Lisbona è viva ed è questo uno dei punti su cui si lavorerà nella prossima stagione. Che cosa succederà alla donna? Come verrà usata dalla polizia per colpire il Professore?

Alicia, Suarez e tutti gli altri vogliono che l’uomo perda lucidità e infatti il Professore, convinto che lo sparo che ha sentito abbia ucciso Lisbona, ordina a Palermo – contravvenendo alla sua prima regola, non uccidere nessuno – di dare inizio alla vera guerra.

Questa non è più una rapina, né una sfida al sistema. Questa è una guerra. Agite di conseguenza.

Mentre parte dei rapinatori tenta di salvare Nairobi, Tokio, Rio e Palermo, si preparano per ricevere gli “ospiti” indesiderati e dal canto loro i poliziotti decidono di passare alle maniere forti, attaccando con ogni mezzo la Banca. Incredibilmente il primo scontro vede vincitori i “delinquenti” vestiti di rosso.

Le domande che restano aperte nel finale di questa stagione sono varie: Nairobi riuscirà a salvarsi? Che cosa ha intenzione di fare il Professore? Riuscirà a rivedere la sua Lisbona?