Fauda: la serie israeliana Netflix è basata su una storia vera?

L'opera, ideata da Lior Raz e Avi Issacharoff, nonostante rappresenti personaggi finzione, trae radici profonde nella realtà.

Fauda è la recente serie televisiva israeliana ideata da Lior Raz (Hit & Run, 6 Undeground) e Avi Issacharoff (Beirut, Siege of Bethlehem), un intenso thriller politico che affronta il tema della rivolta palestinese contro l’occupazione israeliana. In particolare la realizzazione è stata apprezzata per la confusione morale che viene messa in scena. Inoltre, lo show ha avuto un’accoglienza calorosa per la trama avvincente e il classico approccio da cliffhanger, con un realismo davvero crudo.

Fauda - stagione 3 - cinematographe.it

Fauda è arrivata nel suo paese d’origine sulla rete televisiva Yes Oh precisamente il 15 febbraio 2015, mentre nel nostro paese lo show ha debuttato su Netflix, con la prima stagione, il 2 dicembre 2016. Detto questo, è opportuno chiedersi se l’opera effettivamente si ispira ad una storia vera, perché, almeno per quanto riguarda i personaggi, siamo di fronte a delle creature di finzione. Diciamo che la verità, che scopriremo a breve, sta un po’ nel mezzo.

Fauda: tra finzione e realtà

Fauda - Cinematographe

Ebbene, molto in generale, per la maggior parte la serie non porta su schermo personaggi realmente esistiti (con qualche eccezione). Ciononostante, il prodotto parla di un’unità militare specializzata che esiste nel mondo reale, i mista’arvim che si occupa di antiterrorismo ed in particolare di un gruppo specifico molto esperto e letale, i Duvdevan. Tale nome, che può essere tradotto come “ciliegia”, implica che questo team è la più raffinata macchina da guerra dei servizi di difesa israeliani. In generale, in Israele, entrare nei servizi militari è un obbligo sia per gli uomini che per le donne, con una grossa eccezione che riguarda proprio i Duvdevan.

Fauda: il significato italiano della parola araba

Fauda - stagione 3 - cinematographe.it

Difatti, per aderire a questo gruppo al centro di Fauda, c’è un’adesione volontaria. I due creatori della realizzazione, Lior Raz e Avi Issacharoff, hanno entrambi prestato servizio nelle forze di difesa israeliane e dalla loro esperienza hanno tratto ispirazione per costruire l’opera nei minimi dettagli, attingendo dai loro racconti personali. Lior Raz, in particolare, è stato proprio nei Duvdevan ed è così che ha descritto la scelta dietro il nome della realizzazione, che ha un significato ben preciso.

In arabo, ‘fauda’ significa caos. Alla fine degli anni ’80, all’inizio degli anni ’90, ci fu la prima intifada iniziata in Israele. La popolazione araba iniziò a usare questa parola, ‘fauda’, come simbolo per ‘usciamo e dimostriamo’. Ma dal lato israeliano, sotto copertura, i soldati hanno iniziato a usare ‘fauda’ quando qualcuno ha scoperto che erano ebrei o israeliani e quando erano bruciati. Chiamavano il walkie-talkie e dicevano ‘Ascolta, abbiamo fauda’. Questo era il codice per i soccorritori a venire

Fauda - stagione 3 - cinematographe.it

Tra l’altro, proprio Raz, mentre era impegnato nelle missioni militari, ha perso tragicamente la sua ragazza, un evento che lo ha completamente segnato e che è riuscito a riversare in Fauda raccontando gli orrori che ha provato sulla sua pelle mentre era nel team bellico. Detto questo, quando è uscita la serie, molti effettivamente si chiedevano se la rappresentazione delle forze speciali israeliane e dei militanti palestinesi fosse realistica e la BBC ha risposto con un documentario, The Real Fauda, mostrando la realtà di fondo dietro lo show. Nello specifico si addentra nel mondo degli agenti segreti israeliani e mostra parallelismi tra gli eventi reali e quelli di finzione. È pur vero che non tutto è preciso nei minimi dettagli visto che è stato fatto notare che, nel mondo reale, i Duvdevan sono un’unità più massiccia, rispetto alla controparte televisiva che sembra più una milizia. Ma possiamo dire che c’è coerenza di base nel contenuto e nella forma di quanto vediamo in Fauda.

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