Curon: spiegazione e significato della serie TV Netflix

Scopriamo il significato di Curon, la serie TV Netflix dominata dai doppelganger. Allerta SPOILER sulla prima stagione della serie!

Ambientata nell’omonima cittadina sita in Trentino-Alto Adige, la serie italiana Curon, diretta da Fabio Mollo e Lyda Patitucci, si basa su un mistero legato perlopiù all’iconico campanile sommerso, che troneggia anche in apertura e che rappresenta di fatto la particolarità di questo paesino composto da poco più di duemila anime. Se la fine della serie crea un po’ di confusione, è pur vero che le cose iniziano a complicarsi fin dalla scena iniziale, che tenta di ingarbugliare sogno e realtà.

La protagonista Anna (Valeria Bilello), infatti, si reca nel suo paese d’origine dopo 17 anni di assenza per fuggire dall’ex marito, portando con sé i due figli gemelli, gli adolescenti Mauro (Federico Russo) e Daria (Margherita Morchio). Grazie ad alcuni flashback gli autori ci informano della morte violenta della madre di Anna e del successivo allontanamento della ragazza da parte del padre, che non sembra per niente felice di rivedere la figlia nonostante tutto quel tempo. Adagio la tragedia personale della protagonista si intreccia alla storia dell’intera cittadina, lasciando che il mistero si inerpichi su un terreno fatto di doppi, preannunciati – per la verità – già nell’intro della serie, architettata in modo da far sdoppiare la “O” di Curon.

Curon, tra verità e leggenda

Curon Netflix Cinematographe.it

Nel tentare di districare i fili che compongono la storia della serie Netflix e di spiegare i passaggi salienti, è bene innanzitutto ricordare che il luogo in cui si svolgono i fatti esiste davvero, esattamente com’è rappresentato sul piccolo schermo. Ne abbiamo parlato più dettagliatamente in un approfondimento sulle location in cui abbiamo parlato della storia e della cultura gastronomica di Curon, oltre che dei meravigliosi paesi da scoprire nei dintorni. Ai fini della spiegazione, vi basti sapere che il villaggio vecchio è stato sommerso volutamente nel 1950 e il campanile che fuoriesce dal Lago Resia è l’unica testimonianza che ancora resiste e dal quale dilaga una vecchia leggenda: nonostante la mancanza delle campane, infatti, i curonesi ne ascoltano il suono poco prima della morte.
Nella serie creata da Ezio Abbate lo scampanellio assordante viene scandito dal contorcersi dei corpi e, per chi è a conoscenza della verità, anche da un’aurea di paura.

Il mito dei due lupi

A farci addentrare nella leggenda di Curon è l’insegnante Klara (Anna Ferzetti) – nonchè madre di Miki (Ju Ju Di Domenico) e Giulio (Giulio Brizzi) -, la quale racconta in classe la storia dei due lupi, un mito che rappresenta la dualità dell’animo umano. Da una parte c’è il lupo violento e avido, dall’altra quello gentile e premuroso. I lupi rappresentano le nostre due essenze, sta a noi decidere a chi dare voce, quale dei due lupi nutrire e rinforzare. Ma quando queste due anime smettono di convivere in uno stesso corpo?
Curon ci insegna che, nel momento in cui un individuo è represso, quando il lato positivo viene sovrastato da quello negativo, ecco allora che quest’ultimo si risveglia e produce un doppio pronto a uccidere e a conquistare l’esistenza del soggetto principale pur di sopravvivere.

Curon parla dei doppelgänger?

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Questo doppio viene definito “doppelgänger”: un termine mutuato dalla lingua tedesca (ancora parlata a Curon per ragioni storiche) che significa letteralmente “doppio che cammina” e che fa riferimento alla convinzione, per la verità presente in diverse culture (seppur con sfumature differenti) e testimoniata da diverse personalità anche tramite alcune opere, della possibile esistenza di un nostro sosia. Tale doppio in Curon assume dei connotati negativi, configurandosi come un gemello maligno pronto a soppiantare l’individuo.

Così chiunque a Curon potrebbe avere (o aver avuto) un sosia il quale, giunto al rintocco delle campane, al calare del sole e con una spettrale mancanza della corrente elettrica, è pronto a mettere in luce tutto il male che c’è in ogni persona, pretendendo di accaparrarsi famiglia, affetti, casa e luoghi in cui l’individuo ha vissuto, con la convinzione che quella parte positiva finora emersa non è stata in grado di vivere pienamente la vita. Ma da dove provengono i doppelgänger? A partorirli sembra essere il lago; non a caso nella scena finale si vedono i due doppi intrappolati sotto la superficie gelata, mentre nelle puntate precedenti avrete certamente notato come i giovani Albert e Klara vengono assaliti dai loro doppi mentre sono in barca.

Curon: guida al cast e ai personaggi della serie tv Netflix

Anna e la sua gemella maligna: chi è morta per prima?

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Prima di parlare dei doppi di questi personaggi è bene fare qualche passo indietro per soffermarci sulla protagonista Anna e sul destino suo e della sua gemella maligna. Nel primo episodio vediamo una ragazzina identica a lei imbracciare un fucile e sparare alla madre. Sembra uno spettro, eppure è reale e sta tentando di eliminare anche Anna, ma il padre la ferma e, come scopriremo, la rinchiude in una stanza della casa costringendo poi la figlia ad andare via. Quando la donna torna al paese d’origine, in quel vecchio e affascinante hotel in cui ha consumato la sua infanzia, il suo doppio è sempre lì e, nonostante le premure del nonno, Mauro alla fine sente dei rumori, apre la porta e scopre il doppio di sua madre, la quale fugge via prendendo in ostaggio la vera Anna.

Durante l’assenza della donna il nonno cerca di mascherare il tutto con una passeggiata in montagna, ma i gemelli intendono che c’è qualcosa che non va. Dopo varie peripezie la donna torna alla base, ma Mauro non si fida, mentre Daria tenta di sdrammatizzare. Tuttavia il cuore del ragazzo sta dalla parte giusta: quella madre così premurosa con Daria piuttosto che con lui non è vera, quella stessa madre che gli prepara una torta alle nocciole (ignorando l’allergia del figlio) non può essere la sua vera mamma. I ragazzi si mettono sulle tracce di Anna, ma inizialmente falliscono e quando, solo nell’ultimo episodio, la trovano, sono costretti a fare i conti contemporaneamente con due copie identiche di Anna che rivendicano entrambe la stessa cosa: essere riconosciute come la vera Anna e tornare a casa. Sapete bene che il destino non lascerà scampo a nessuna delle due, ma sicuramente negli attimi immediatamente precedenti alla fine della lotta vi sarete chiesti: chi è la vera Anna? A perire per prima sembra essere la vera mamma dei gemelli e ciò lo intuiamo dalla mancanza della ferita sulla testa (che la “gemella maligna” si era procurata poco prima).

Curon e i doppelganger: una volta sdoppiati non si torna più indietro

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Parlando dei doppelganger e della loro resistenza, è interessante notare come Klara non riesca a liberarsi del suo doppio nonostante l’avesse l’uccisa una prima volta. Mentre la donna si accinge a pulire il sangue, infatti, ecco che entra in scena un’altra copia di sé e, dinnanzi al suo stupore, apprendiamo anche noi che una volta avvenuta la clonazione non si torna più indietro. Questo spiegherebbe la ragione per cui Thomas (Luca Lionello) non ha ucciso il doppio di sua figlia: non per ragioni morali o mancanza di coraggio, bensì per proteggere la vera Anna ed evitare di perdere il controllo sulla copia della figlia.

Tornando a Klara, essendo una donna repressa da anni di abusi da parte del marito Albert (Alessandro Tedeschi), abbiamo detto che anche lei ha dovuto fare i conti con una nuova Klara, uccisa però dal marito. La Klara che resiste è la terza copia. Stando invece ad Albert, si intuisce che il primo è morto durante la colluttazione avvenuta al lago, quindi effettivamente il personaggio della Ferzetti ha sposato la parte mostruosa di Albert. A conferma di ciò, anche i figli Miki e Giulio si accorgono dell’ira del padre e, nonostante sperino che esista un “papà buono” alla fine devono fare i conti con la triste e crudele verità: sono figli dei doppelganger. Cosa significa questo esattamente? Sono più o meno umani? La serie non lo spiega.

Curon: come finisce la serie TV Netflix

Nel finale, mentre Mauro e Daria vanno a letto accanto al nonno Thomas, vediamo che sia Daria che Miki vengono afflitte da un terribile mal di testa, ma le loro gemelle maligne periranno sotto il gelo e una volta morte già sappiamo che quel mal di testa non terminerà finché la primavera (o un altro evento) non permetterà al lago di liberare i rispettivi doppi.
Questo apre dei presupposti (non del tutto entusiasmanti) per una seconda stagione? Staremo a vedere!

Il significato di Curon

Tirando le somme la serie italiana amalgama miti e credenze arcaiche alla leggenda del paese altoatesino. I doppi che ci vengono mostrati, da Anna ad Albert passando per Lukas e gli altri, rappresentano il lato negativo delle varie personalità. Ma c’è da annotare, ad esempio, che nel caso di Klara non notiamo una vera negatività, piuttosto un coraggio differente che la porta ad affrontare situazioni che forse prima avrebbe delegato ad Albert.
Allo stesso tempo, la domanda che resta depositata sul fondo ci rimanda all’immortalità degli abitanti poiché, se è vero che alla morte di un doppio ne arriva sempre un altro, allora tutti dovrebbero essere destinati a non sparire mai da Curon. Ma effettivamente ciò accade solo a Klara, mentre vediamo perire (a quanto pare definitivamente) sia Lukas che Anna con i loro rispettivi doppi.

Tra gli altri misteri non va infine dimenticato quello sollevato dai resti umani rinvenuti da Miki, Giulio, Daria e Mauro durante la ricerca dei loro genitori. Inizialmente pensano che si tratti delle ossa dei soldati, ma invece potrebbero appartenere ai cittadini di Curon, scacciati negli anni dai loro doppi. Ciò potrebbe significare che molte delle persone che vivono in paese sono dei doppelganger.

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