Boris: i migliori episodi della “fuori” serie italiana

Per celebrare il ritorno di Boris su Netflix e il suo rinnovato successo ecco una lista degli episodi migliori della creatura di Vendruscolo, Torre e Ciarrapico.

A 13 anni dalla sua prima messa in onda sui canali Fox Boris è tornato su Netflix, riconfermandosi un fenomeno immortale, ancora in grado di tenere incollati davanti al televisore migliaia di persone.

All’epoca della sua uscita i canali di streaming si chiamavano videonoleggio, le tv satellitari erano l’oggetto del desiderio dell’italiano medio e la tv generalista era pressoché immobile, ancorata a prodotti e parametri nati già vecchi, tenuti in vita col respiratore dai vari network la cui unica preoccupazione era approfittare dei telespettatori sintonizzati nelle ore di punta dei notiziari. Una situazione desolante alla quale tre scrittori trovarono una soluzione “molto italiana”, guardando in casa propria, o meglio dietro casa propria, invece che oltre i confini, dove guardavano più o meno tutti. Una rivoluzione. Così Luca Vendruscolo, Mattia Torre e Giacomo Ciarrapico ci hanno regalato Boris, un tesoro inestimabile dal cui successo è nata una nuova generazione di attori, sceneggiatori, registi e autori italiani, dei pionieri che facendoci guardare allo specchio con sguardo cinico e dissacrante ci hanno mostrato le nostre meschinità, i nostri limiti e i nostri vizi, ma ci hanno fatto anche mostrato il futuro, come nella migliore tradizione della Commedia all’italiana.

Nel corso delle sue tre stagioni Boris ha avuto ospiti eccezionali, creato frasi ed espressioni entrate nell’immaginario popolare, dato vita a sketch diventati cult e a personaggi indimenticabili. Per celebrare il ritorno della serie italiana che più di tutte ha fatto da apripista alla rivoluzione autoriale recente del nostro Paese e al rinnovato successo che ogni volta riscuote, sintomo di un linguaggio ancora attuale e di una comicità di una intelligenza sopraffina, abbiamo raccolto per voi gli episodi migliori, senza classifiche di sorta, per carità, ma rigorosamente alla “cazzo di cane”.

Quali sono i migliori episodi di Boris?

Il mio primo giorno

Boris, cinematographe.it

Sarà sicuramente banale, ma non si poteva non inserire il debutto della serie, se non altro perché ha significato l’inizio del viaggio di Alessandro, i cui occhi sognanti vengono presto spenti dalle leggendarie presentazioni dei vari personaggi. Dal primo impatto con Sergio, all’autoritarismo da caserma di Arianna, passando per il primo dei tanti discorsi di “incoraggiamento” di Lopez, fino ad arrivare ai primi caffè per Biascica, la sfuriata di René, i discorsi senza senso di Duccio e gli ego smisurati di Stanis e Corinna. E il mutismo forzato di Lorenzo.

A + B = C

Martellone, cinematographe.it

In questo episodio della prima stagione di Boris arriva il personaggio di Martellone e il suo classico tormentone “bucio de culo”. Si tratta di un comico sulla cresta dell’onda, introdotto nel cast di Occhi del Cuore su richiesta di Lopez e della Rete per dar vita alla tanto desiderata linea comica. A margine c’è da segnalare il primo approccio di Stanis alla commedia, dalla sua ha una teoria infallibile.

Una giornata particolare

Giorgio Tirabassi-Pietro Sermonti, cinematographe.it

Questo episodio introduce il meraviglioso Glauco Benetti, il personaggio interpretato da Giorgio Tirabassi, che sostituisce René alla regia de Gli Occhi del Cuore 2 per un giorno, mentre lui è impegnato in un casting per la pubblicità (come scordare il cameo di Valerio Mastandrea?), catturando tutta l’attenzione del set e riuscendo a portare a casa la giornata di lavoro con dei metodi un poco ortodossi, ma assolutamente efficaci.

La mia Africa (parte 1 & 2)

La seconda stagione di Boris parte con due buone notizie: il successo di pubblico ottenuto da Gli occhi del cuore continua a confermarsi ed in più Corinna lascerà il cast per far parte di una fiction sulla figura di Madre Teresa di Calcutta. A rovinare la giornata a tutti ci pensa però Alessandro, che manda all’aria per sbaglio il piano sequenza con cui si è fissato René per girare la scena in Africa, con tanto di tigre e vista su Pomezia, e che rimanda a casa Cristina, “la figlia di Mazinga”, nuova protagonista scelta dalla Rete.

È anche l’episodio in cui per la prima volta si manifesterà nei confronti dello stagista l’interesse sentimentale di Arianna. Giusto un pochino però.

Chi si salverà?

Boris, cinematographe.it

In questa puntata vi è l’esordio vero e proprio (era comparso per qualche istante nell’episodio precedente) di Mariano Giusti, il personaggio di sua maestà Corrado Guzzanti, l’attore con disturbi della personalità che interpreta il ruolo del famigerato Conte, l’antagonista de Gli occhi del cuore. Per Mariano questa nuova stagione della fiction significa un nuovo inizio perché dopo aver causato enormi problemi alla troupe ha deciso di cambiare vita grazie un incontro con Gesù sulla Roma-L’Aquila. Tra le altre, illuminanti, cose, pare che l’Altissimo gli abbia anche detto che la sua missione è interpretare il personaggio di Padre Frediani nell’imminente nuova ficiton della rete. Motivo per cui Mariano cercherà di convincere Lopez invitandolo ad andare con lui dai cinesi.

Glauco torna nella seconda stagione di Boris per un episodio solo, in cui, con l’aiuto di René e Sergio, cercherà di inserire della pubblicità occulta in un episodio de Gli Occhi del Cuore, senza ovviamente far accorgere Stanis dell’intento per evitare che avanzi pretese economiche. Motivo per cui cercano di depistarlo in tutti i modi, anche dandogli appuntamento per un film ambientato a Sulmona tra cent’anni. Alla fine riusciranno ad inserire una scena in cui i due dottori protagonisti si gustano una merendina, ma La Rochelle verrà a scoprire qualcosa.

A morte il conte

Boris, cinematographe.it

Con il ritorno in scena di Mariano Giusti scopriamo come il suo rapporto con la fede si sia evoluto, specialmente nel suo scontro con Biascica, il cui uso di bestemmiare per sfogare le proprie frustrazioni collide con la sensibilità dell’attore, e, soprattutto, con Alessandro, sfrattato di casa e tenuto ostaggio da Giusti, costretto a cantare odi religiose rigorosamente in Do minore.

L’Italia che lavora

Boris, cinematographe.it

Se Mariano Giusti non vi basta, Corrado Guzzanti decide di regalare a Boris anche il personaggio di Padre Gabrielli, l’agente dell’attore nonché sua guida spirituale, dando vita ad alcuni degli sketch più divertenti della seconda stagione. Parallelamente nella puntata c’è la vicenda di Sergio, impegnato nello spendere 25 mila euro dalla Rete in tutti i modi possibili, anche pagando finalmente a Biascica i famigerati straordinari di Libeccio.

Un’altra televisione è possibile (prima parte & seconda parte)

Boris, cinematographe.it

Il doppio episodio con cui inizia la terza stagione di Boris mette in scena una nuova realtà della fiction italiana, presentandoci la casa di produzione di Milano rivale storica della famosa Rete. A René, “Il Roberto Saviano della fiction italiana”, viene affidata la regia della sitcom comica Troppo Frizzante, dove avrà il piacere di lavorare con i comici più “talentuosi” del Bel Paese. Purtroppo l’esperienza del maestro Ferretti sul set non durerà molto, per il sollievo di Arianna e il dispiacere di Duccio, l’unico tra i tre che era riuscito ad ambientarsi in un batter d’occhio.

Buona festa del Grazie

Tutta la troupe di Medical Dimension va in trasferta per girare la scena della Festa del Grazie in una casa privata di una ricca signora a cui è stato promesso di incontrare molte personalità del mondo del cinema, come la Bellucci. La donna si ritroverà invece a fare i conti con uno Stanis La Rochelle sotto anfetamine e completamente fuori controllo, mentre sfogala sua piscosi contro l’arredamento della casa, distruggendo tutto durante una scena.

Ritorno al futuro (prima parte & seconda parte)

Nel folle finale di serie René giunge alla barca dove si trovano i tre sceneggiatori della Rete e li costringe a scrivere delle nuove misteriose scene per dare un futuro alla sua carriera, arrivando a minacciarli anche con una pistola. Intanto sul set regna il caos più completo e ognuno comincia a pensare a come riuscire a cavarsi fuori dalla deriva che sta prendendo il lavoro sulla serie. Quando all’improvviso arriva irrompe nei teatri di Cinecittà una macchina con a bordo René, Alessandro e gli sceneggiatori, provvisti di un’idea folle in testa: girare la prima puntata Gli occhi del cuore 3. Il resto è storia.

Se è memorabile il discorso di René alla troupe, nella seconda parte dell’episodio assistiamo ad una scena che è uno dei punti più alti di Boris, nonché un manifesto della filosofia alla base della serie e della sua visione della nostra Italia, “un Paese di Musichette, mentre fuori c’è la morte.”

La locura, di Valerio Aprea.