Bang Bang Baby: la colonna sonora della serie su Prime Video è un’esplosione pop

Bang Bang Baby, la serie TV su Prime Video con Adriano Giannini e Arianna Becheroni, raccontata attraverso la sua colonna sonora. Italiana e straniera, pop e alternativa, da Nada ai Talking Heads, ce n'è per tutti i gusti.

Alice senza il Paese delle Meraviglie. È forse il modo migliore di raccontare Bang Bang Baby, la serie Tv disponibile in esclusiva su Prime Video con i primi 5 episodi a partire dal 28 aprile 2022. La storia di Alice (Arianna Becheroni). Teenager, vive in una cittadina del Nord Italia, è il 1986, per caso scopre che il padre Santo (Adriano Giannini), che lei credeva morto, in realtà è vivo. E criminale, rampollo di un clan malavitoso gestito col pugno di ferro da nonna Lina (Dora Romano). La mamma Gabriella (Lucia Mascino) glielo aveva tenuto nascosto, per tenerla al sicuro da pericolose tentazioni. Invano. Da qui in avanti, per Alice, il tentativo di riallacciare un rapporto spezzato si accompagna all’esplorazione del mondo fosco e tentacolare della Milano criminale.

Mix di generi e influenze, la serie (qui la guida al cast e qui la recensione dei primi episodi) disegna un romanzo di formazione a tinte crime, violento ma imbevuto di umorismo nero, capace di giocare audacemente con l’abbondanza di archetipi pop offerti dall’immaginario anni ’80. Immaginario fertile anche sul piano musicale. La colonna sonora di Bang Bang Baby è un trionfo di sensibilità trasversali e di atmosfere incalzanti. Vediamo di scoprire qualcosa in più.

Bang Bang Baby: la colonna sonora originale incorpora molte influenze, ma è il gusto degli anni’80 a farla da padrone

Bang Bang Baby cinematographe.it

La colonna sonora di Bang Bang Baby, realizzata da Santi Pulvirenti per Lakeshore Records, partecipa in tutto e per tutto della natura scomposta e “fratturata” della serie. L’intervento è sull’architettura musicale del racconto, lo scopo è moltiplicare gli stili e le influenze, mantenendo una coerenza di fondo legata ai gusti e alle necessità dell’epoca di riferimento. E quando si parla di anni ’80 in musica, le parole chiave sono due. Elettronica, sintetizzatori.

Pezzi d’ambiente e ritmica che incalza per modellare un’azione sempre più sferzante, lasciando comunque aperta la porta a parentesi di umorismo e a un approccio smitizzante. Talvolta l’impostazione è aderente al canone del decennio, Analogue Strings 80, orchestrazione di un pathos crescente su un tappeto di sintetizzatori ingombranti e chiaramente modellati su sonorità d’epoca. Altrove, l’impasto elettronico è in sintonia con sensibilità più contemporanee ma senza smarrire la strada di casa, come ad esempio in Bang Bang Baby (il tema).

Con pazienza e senso artigianale dei dettagli la spavalderia pop/rock di Nereo, pezzo cucito su misura per l’omonimo personaggio interpretato da Antonio Gerardi, ricostruisce il sound del periodo con esiti molto convincenti. Il mantra è sempre e comunque contaminazione, ne è riflesso Nonna eroina, il manifesto in musica del personaggio interpretato da Dora Romano, melodia di ieri ma ritmo contemporaneo. A chiudere il cerchio lo spazio per una nostalgia libera da riferimenti temporali stringenti, racchiusa nella malinconia e nella forza drammatica di Once up on a time in Milano.

Da The Killing Moon a Felicità: la serie e il suo archivio di gemme pop

Se l’obiettivo della colonna sonora originale di Bang Bang Baby è di sostenerne la progressione riempiendo plasticamente i vuoti (delle parole, delle azioni), di diversa ispirazione è il segno lasciato sulla storia dalla messe di classici pop assemblata saccheggiando a lungo e in più parti. Tocca alle canzoni svelare, chiarire, contraddire lo spirito di linee di dialogo o di pura azione, definendo psicologie lì dove la narrazione tradizionale non può arrivare. Tradendo in controluce significati che altrimenti resterebbero opachi, lì sul fondo. Sarà meglio chiarirne l’impatto procedendo episodio per episodio. 1×01: A dare un senso alla progressiva immersione di Alice in un mondo pericoloso e seducente ci pensa The Killing Moon, classico post-punk degli Echo & the Bunnymen, pezzo che nell’economia della serie ha un peso simbolico enorme. Road to Nowhere, curiosa deviazione pop dei Talking Heads, riflette il vuoto di prospettive della protagonista e della madre, prima della riscoperta del padre assente. Il senso di lacerazione, l’amore spezzato bruscamente di Santo e Alice, è commentato da Ma Che Freddo Fa, portato da Nada a Sanremo nel 1969 e non abbandonato più. Uno dei pochi pezzi non sincronizzati sull’orizzonte temporale della storia. A descrivere il magnetismo esercitato su Alice dalla grande metropoli, con tutto il suo corredo di promesse e minacce, Folle Città di Loredana Bertè.

1×02: Con Wake Me Up Before You Go-Go degli Wham! entra in scena Nereo Ferraù (Antonio Gerardi), istinto omicida e inclinazioni pop, incarnazione irriverente e smitizzante dello spirito della serie. Risate e violenza (sullo schermo) possono coesistere. Sempre in zona Wham!, Club Tropicana con cui il racconto accompagna ironicamente Alice che scende agli inferi, tingendo di luce glamour e festaiola un compito squallido e molto pericoloso. 1×03: i Cameo con Word Up per la scoperta di Milano da parte di Nereo e Assunta Ferraù (Giorgia Arena), mentre Monna Lisa di Ivan Graziani tratteggia un’identità femminile che sboccia. Ma anche, soprattutto, Felicità. Il super classico (nazional) pop di Al Bano e Romina Power riflette sullo stato dei rapporti tra Santo e Alice. Ancora una volta il racconto gioca a scardinare l’assunto colorato del pezzo: qui la realizzazione e la felicità dei personaggi, partorisce un’esplosione di violenza.

1×04: Non si sfugge al morso del destino ma si può riderci sopra con Der Kommissar degli After The Fire. Continua l’idillio tra Nereo e George Michael, Careless Whisper e l’accenno a un sentimento che nasce. Heart of Glass dei Blondie ribalta l’assunto; non si riferisce a un solo personaggio ma accompagna una scena d’insieme, per riflettere sul senso di disillusione e di distacco di un amore perduto. Il tema è ricorrente, Senza di Te di Ornella Vanoni lega insieme la canzone dell’amore perduto e la riflessione amara sul destino da cui non si scappa. 1×05: Arrivata a metà del guado, per Alice è il momento delle decisioni forti. Commenta It’s My Life dei Talk Talk. Maracaibo di Lu Colombo innesta un fondo d’umorismo su una situazione molto pericolosa, una tempesta metaforica che allude a qualcosa di più grave e complesso. The Killing Moon, ancora. Stavolta, Alice è passata attraverso lo specchio. La seduzione di un mondo buio che è anche il mondo dell’amore per un padre assente, comincia a mostrarsi per ciò che è veramente. Appuntamento alle prossime puntate.