È stata la mano di Dio: Paolo Sorrentino dedica il David 2022 “a tutti i napoletani” e a Ludovica Bargellini

Il film di Sorrentino è stato anche nominato agli Oscar come film internazionale.

Paolo Sorrentino ha vinto il David di Donatello 2022 come miglior regista grazie a È stata la mano di Dio. Il film, che è stato anche nominato agli Oscar nella categoria dei migliori film internazionali, ha permesso a Paolo Sorrentino di vincere il David per la sesta volta in carriera, tre delle quali come miglior regista. Sul palco, Sorrentino ha voluto dedicare il premio “a tutti i napoletani” e in particolare al proprio maestro Antonio Capuano, presente in sala. Un ultimo commosso ricordo è stato rivolto a Ludovica Bargellini, attrice scomparsa a soli 35 anni.

Il riconoscimento di Robert De Niro a È stata la mano di Dio

Oltre ai riconoscimenti tangibili e concreti, È stata la mano di Dio ha riscosso anche diversi ‘tributi immateriali’. Il più importante è sicuramente quello di Robert De Niro, che ha scritto una lunga lettera a Paolo Sorrentino in cui ha affermato: “Sono stato a Napoli solo poche volte, ma per me questo film è decisamente napoletano nel modo in cui molti dei film di Martin Scorsese (Wolf of Wall Street, Bringing Out the Dead, Mean Streets, Taxi Driver, ecc.) come molti altri film di Woody Allen (Annie Hall, Broadway Danny Rose, Manhattan, ecc.) sembrano catturare l’essenza di New York City. Napoli in molti aspetti mi ricorda la New York italo-americana che amo“.

L’attore ha poi continuato, dicendo: “Nonostante la tragedia che è al centro del film, ‘E’ stata la mano di Dio’ è pieno di divertimento. Scene come il pranzo all’aperto della famiglia allargata e la successiva gita in barca sono incredibilmente affascinanti e divertenti. E se la storia centrale vede Fabietto strappato alla sua precaria giovinezza e trascinato nell’età adulta troppo in fretta, le storie che si incontrano lungo la strada non hanno prezzo. Ad esempio, c’è Armà, il contrabbandiere di sigarette/teppista violento/amico solidale e infine carcerato. Un personaggio bizzarro, sì, ma a mio parare assolutamente credibile per via delle mie esperienze a New York da bambino. E c’è Capuano“.

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