Zelig: 10 cose che non sai sul film di Woody Allen
Il film è uscito nel 1983.
Zelig è uno dei film più curiosi e particolari della vastissima filmografia di Woody Allen. Costruito come un documentario su un personaggio degli anni Venti (Leonard Zelig), si tratta in realtà di un prodotto di finzione durante il quale Woody Allen riesce a presentare i propri temi ricorrenti, le proprie idiosincrasie. Una su tutta: la psichiatria. Per ricordare e celebrare il film a 40 anni dalla sua uscita, scopriamo 10 curiosità su Zelig che sicuramente non sapete.
Il significato del termine ‘zelig’
La scelta del titolo non è casuale. In lingua yiddish, ‘zelig’ significa ‘benedetto’. Come questo si incastra nel film ve lo lasciamo scoprire.
2. Woody Allen ha usato equipaggiamento d’epoca
Dal momento che il film è ambientato nel 1928, per ottenere maggiore realismo Woody Allen ha voluto utilizzare lenti, telecamere, sistemi di registrazione sonori e d’illuminazione simili a quelli che sarebbero stati usati se il film fosse stato girato negli anni Venti.
3. Zelig e i premi (quasi) ricevuti
Pur essendo un film molto particolare, Zelig ha comunque ricevuto diversi riconoscimenti ufficiali. È stato candidato a due premi Oscar (per la miglior fotografia e per il miglior custom design), a due Golden Globes (miglior film e miglior attore) e a diversi premi BAFTA. In Italia il film è stato particolarmente fortunato: ha vinto il premio Pasinetti come miglior film al Festival di Venezia e Woody Allen è stato premiato come miglior attore straniero con un David di Donatello.
4. La sindrome di Zelig esiste davvero
Si deve a una psicologa italiana, Giovannina Conchiglia, la prima descrizione di un caso clinico di sindrome di Zelig, che prende il proprio nome proprio dal film di Woody Allen. È una sindrome da dipendenza ambientale che determina un rapporto inautentico con la realtà esterna. Chi ne è affetto modifica di continuo la propria identità adattandola ai contesti e alle persone che ha di fronte.
5. Una gestazione durata due film
Far sì che il personaggio di Woody Allen sembrasse effettivamente una persona degli anni Venti nei filmati d’epoca inseriti nel film è stato un processo lunghissimo. Talmente lungo che nel frattempo il regista ha completato altri due film: Una commedia sexy in una notte di mezza estate (che aveva girato in contemporanea a Zelig) e Broadway Danny Rose.
6. Zelig ha avuto un problema di lunghezza
Finite le riprese, ultimato il montaggio, Woody Allen si accorse di un grosso problema: Zelig durava appena 45 minuti, troppo poco. È quindi tornato in sala di montaggio, ha aggiunto qualche video d’epoca, ha girato qualche altra scena, portando infine il film a quasi un’ora e venti di durata (un record per il regista).
7. Un mucchio di facce note
Contenendo molte immagini d’archivio, Zelig è ricco di volti noti che si avvicendano nel film. Per esempio, si possono vedere Al Capone, Charlie Chaplin, Joe DiMaggio, F. Scott Fitzgerald, Adolf Hitler, Charles Lindbergh, il papa Pio XI, Babe Ruth e Claire Windsor. Ce ne sono molti altri, che vi lasciamo il gusto di riconoscere.
8. Non è stata la prima volta di Woody Allen
Zelig è un mockumentary, cioè un falso documentario, un genere cinematografico che Hollywood ha praticato in alcune occasioni. Lo stesso Woody Allen aveva già sperimentato il genere con Prendi i soldi e scappa (1969). In quell’occasione Allen raccontava la storia di Virgil Starkwell, da lui interpretato, un rapinatore di banche fatalmente incapace.
9. Questione di famiglia
Coprotagonista di Zelig è la dottoressa Eudora Fletcher, interpretata da Mia Farrow, alla seconda collaborazione con Woody Allen (la prima, se si considera che Una commedia sexy in una notte di mezza estate è stato girato contemporaneamente a Zelig). Ai tempi, Mia Farrow e Woody Allena avevano appena cominciato la relazione che sarebbe diventata – lo è ancora oggi – molto famosa.
10. Un poster in linea con il film
La locandina che Woody Allen ha scelto per Zelig è minimalista e perfettamente in linea con il film: mostra il titolo ripetuto per sei volte in verticale, e ogni volta con un font e con colori diversi: una chiara anticipazione del camaleontismo del protagonista del film, Leonard Zelig.