La città incantata: 10 incredibili curiosità sul capolavoro di Hayao Miyazaki

Il 20 luglio del 2001 veniva proiettato per la prima volta nei cinema giapponesi La città incantata. Scopriamo insieme 10 curiosità sul capolavoro di animazione del maestro Hayao Miyazaki.

La città incantata (2001) del maestro Hayao Miyazaki non solo è uno dei film più popolari dello Studio Ghibli ma è anche tra le pellicole di animazione più apprezzate e amate di tutti i tempi.       
In un’epoca in cui – sulla scia dell’apripista Disney Pixar – sono sempre meno le case di produzione fedeli al 2D, i lungometraggi di animazione realizzati attraverso la tecnica tradizionali – seppur realizzati sfruttando importanti innovazioni digitali –  hanno ancora un fascino incredibile e riescono tutt’oggi a stimolare la nostra fantasia.          
Se siete fan de La città incantata, venite a scoprire i segreti e le curiosità che si celano dietro l’indimenticabile capolavoro di animazione di Miyazaki. Ecco a voi 10 incredibili curiosità su La città incantata.

1. La città incantata: l’assenza di sceneggiatura

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Pur avendo una trama ricca di avvenimenti incredibili e personaggi ben sviluppati, La città incantata non è stato realizzato seguendo una sceneggiatura ben precisa, come ha spiegato Miyazaki in un’intervista a Midnight Eye: “Non ho mai la storia finita e pronta quando iniziamo a lavorare su un film. Generalmente non ho tempo. Così la storia si sviluppa quando inizio a disegnare la storyboard. Non sono io che faccio il film. Il film si fa da solo e non ho altra scelta che seguirlo”.

2. Miyazaki: il tutto fare

Hayao Miyazaki ha scritto, diretto e disegnato gli storyboard per La Città incantata. Godersi la visione di questo film, significa anche immergersi nella visione di un uomo straordinario, di un regista coinvolto nella produzione del suo lavoro al cento per cento; non a caso il New Yorker lo ha soprannominato: “l’autore di anime.”

3. Il personaggio di Chichiro è ispirato alla figlia di un amico del regista

La città incantata: 10 incredibili curiosità sul capolavoro di Hayao Miyazaki

Non molti sanno che Miyazaki trovò l’ispirazione per La città incantata quando era ormai in pensione: nel 1997 aveva infatti deciso di ritirarsi. Tuttavia, durante una vacanza in montagna, la figlia di un suo amico e il suo gruppo di coetanee suscitò la sua attenzione: erano ragazzine nel fiore degli anni, prossime all’adolescenza ma estremamente indifferenti. Così il regista sentì la responsabilità di realizzare un’opera che fosse in grado di parlare alle bambine di quell’età. Qualcosa che potesse stimolarle e che non riguardasse solo  il romanticismo o le prime cotte: “Sentivo che questo non era quello che avevano nel cuore, non quello che volevano. E così ho pensato di fare un film in cui loro sarebbero state le eroine.”

4. La città incantata: L’importanza delle scene contemplative

La città incantata: 10 incredibili curiosità sul capolavoro di Hayao Miyazaki

Nei film di Miyazaki, compreso La città incantata, sono diverse le scene di inazione. Sequenze in cui uno o più personaggi hanno necessità di riprendere fiato: ammirano il paesaggio, gettano uno sguardo in lontananza o, semplicemente, si siedono. Il regista, in un’intervista, ha spiegato l’utilità di questi momenti: “Se hai solo un’azione non-stop senza spazio di respiro, è solo affaticamento, ma se ti prendi un momento, allora la tensione nel film può crescere in una dimensione più ampia. Se hai solo una tensione costante a 80 gradi per tutto il tempo, diventi insensibile.”

5. Il significato del titolo

Il titolo originale del film del 2001 è Sen to Chihiro no kamikakushi ( in italiano, La sparizione per opera divina di Sen e Chihiro.) 
Il termine “kamikakushi” è traducibile letteralmente con la frase “sparizione per opera di un kami” ovvero per mano di una divinità. Il kami è un elemento strettamente legato alla cultura giapponese, per questo motivo la traduzione del titolo del lungometraggio nelle altre lingue è stata particolarmente ardua. In inglese si è preferito mantenere un certo legame con il nome originale, e infatti la pellicola è conosciuta nei paesi anglosassoni come Spirited Away, che rende comunque bene l’idea di una sparizione causata da entità spirituali. Come sappiamo, nella versione italiana il titolo del film si discosta molto da quello giapponese, diventando più semplicemente La città incantata.

6. Senza-Volto siamo noi

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Secondo Miyazaki i personaggi di Chihiro, Yubaba e Senza-Volto rappresentano tre diversi lati di una singola persona. Senza-Volto incarna alcuni dei tratti nascosti della personalità umana. Un lato celato – e in parte oscuro – della nostra individualità, contro cui tutti lottiamo ogni giorno. Il personaggio di Senza-Volto rappresenta la complessità degli essere umani, le nostre maschere,  i nostri mille volti.  

7. La città incantata: Il messaggio del film nel nome della protagonista

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Nel mondo fantastico creato da Miyazaki la scelta dei nomi dei personaggi non è assolutamente causale ma nasconde un significato ben preciso. Ad esempio, il nome della protagonista Chihiro (荻野 千) letteralmente significa “un migliaio” e “fare domande” o “essere alla ricerca”. Quando viene assunta da Yubaba, la bambina è costretta a rinunciare a parte del suo nome, mantenendo solo il primo dei due kanji che lo compongono, ovvero 千 (Sen), che da solo significa solo “un migliaio”. Chihiro, perdendo parte del suo nome, perde anche parte di se stessa. È Haku a metterla in guardia e a spiegarle che se dimenticherà il suo nome non riuscirà più a tornare a casa: “È così che Yubaba ti controlla, rubandoti il nome. (…) Se te lo dimentichi non potrai più tornare a casa”.
Anche i nomi degli altri personaggi hanno connotazioni decisamente letterali: Bō, il bebè di Yubaba. significa appunto “ragazzino” o “figlio”; Kamaji, lo spirito metà uomo metà ragno, è traducibile in italiano come “vecchio uomo delle caldaie”; Yubaba, significa appunto “donna dei bagni pubblici” e, infine, Zeniba, la sorella gemella di Yubaba, vuol dire “strega”.

8. Le scene animate che prendono spunto dagli animali

La città incantata: 10 incredibili curiosità sul capolavoro di Hayao Miyazaki

Per aiutare gli animatori a capire come i personaggi dovessero muoversi, Miyazaki ha chiesto loro di trarre ispirazione dagli animali. Ad esempio, per animare la scena in cui Haku, ferito, cade nel locale caldaia, il regista ha spiegato l’azione al suo team associandola a tre diversi animali: il drago si aggrappa al muro come un geco, prima di cadere a terra come un serpente. Infine, quando Chihiro dà ad Haku la medicina, il modello per la bocca del drago è stata quella di un cane. Quest’ultima immagine racchiude un aneddoto molto simpatico. Dal momento che nessun membro del team aveva un cane, i disegnatori si sono recati in uno studio veterinario e hanno scattato diverse fotografie ai cani lì presenti.

9. La città incantata: Il premio Oscar

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Non tutti sanno che La città incantata, oltre ai numerosissimi premi nazionali ed internazionali, ha vinto l’Oscar come miglior film di animazione nel 2003. Quell’anno il livello dei candidati in questa categoria era davvero altissimo. Il film di Miyazaki era infatti in gara contro: Lilo & Stich, L’era glaciale, Spirit – Cavallo selvaggio e Il pianeta del tesoro.

10. La scena che racchiude il messaggio ecologico è ispirata ad un’esperienza del regista

La prima mansione di Chihiro nell’Aburaya – il complesso dei bagni pubblici – è quello di ripulire lo spirito del cattivo odore, che a causa del fetore che emana tutti evitano. Durante l’impresa la bambina si accorge che l’entità è trafitta da un manubrio. Aiutata dagli altri inservienti, la protagonista riesce ad estrarre l’oggetto – una bicicletta – e a  liberare lo spirito dai detriti che lo appesantivano. Sotto l’ammasso di melma si celava in realtà lo spirito di un fiume, finalmente pulito e libero dalle sostanze inquinanti.           
La scena dell’estrazione della bicicletta, così strutturata, è nata da una reale esperienza di vita del regista Miyazaki, come ha riportato lui stesso: “C’è un fiume vicino a dove vivo, in campagna. Quando decisero di ripulirlo, fummo in grado di vedere cosa celava il suo letto ed era veramente putrido. Nel fiume c’era una bicicletta, con la sua ruota sporgente sopra la superficie dell’acqua, quindi pensarono che sarebbe stato facile estrarlo. Tuttavia si rivelò difficile, perché la carcassa della bicicletta era diventata così pesante a causa di tutto lo sporco che aveva raccolto nel corso degli anni”.

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