No Time to Die, Daniel Craig confessa: “Ho avuto problemi a restare serio”

Daniel Craig voleva ridere di più sul set, ma i registi di 007 hanno detto "no"!

No Time to Die è stato l’ultimo film di Daniel Craig nei panni di James Bond, personaggio con il quale ha instaurato un legame profondo

In una nuova intervista con BBC per lo speciale Becoming… Bond: A Daniel Craig Special, Daniel Craig ha rivelato che ha avuto difficoltà nei panni di James Bond a restare serio durante le riprese, visto che il suo senso dell’umorismo voleva per forza venir fuori. La star di No Time to Die, infatti, ha detto che tutti i registi dei vari film gli facevano notare la stessa cosa, ovvero quello di stare zitto e serio durante alcune scene: “È stato difficile perché avevo voglia di ridere e mi piace farlo sul set. Solo che ci sono momenti in cui si può fare, altri in cui devo imparare a restare serio.”

In sostanza, i registi ricordavano a Daniel Craig di entrare più nel suo personaggio, di somigliare di più all’agente segreto James Bond, di solito molto serioso. L’attore ha fatto la sua ultima apparizione come la famosa spia nel recente No Time To Die, proprio il mese scorso, dopo ripetuti rinvii di produzione. Diretto da Cary Fukunaga, il film ha incassato ben 600 milioni di dollari al botteghino mondiale.

In questo ultimo film che lo vede protagonista, Daniel Craig è tornato per l’ultima volta nel ruolo dell’agente 007, cinque anni più tardi rispetto alla storia raccontata in Spectre. James Bond vive ormai una vita ritirata e tranquilla, dopo aver detto addio all’MI6. La sua ritrovata tranquillità viene presto sconvolta dalla richiesta d’aiuto di un amico, per trarre in salvo uno scienziato di nome Waldo Obruchev. Il rapimento dello scienziato, in realtà, è molto più complicato di quanto appaia e porta James Bond alla ricerca di Lyutsifer Safin, un pericoloso terrorista.

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