Wonder Woman 1984, la regista sull’ambiguo finale: “Ho le mie ragioni”

Wonder Woman 1984, con protagonista Gal Gadot e diretto da Patty Jenkins, ha sollevato numerosi dubbi sul suo finale, ritenuto troppo "ambiguo".

La regista di Wonder Woman 1984 Patty Jenkins parla del futuro di Cheetah e dell’ambiguo finale del film

Ora che Wonder Woman 1984 ha finalmente debuttato nelle sale (alcune) e sul servizio streaming HBO Max, il film è stato visto da milioni di persone (inclusi noi, a Dubai, potete leggere la recensione in anteprima QUI). Generalmente molto apprezzato, il nuovo capitolo con protagonista Gal Gadot e diretto da Patty Jenkins ha però sollevato numerosi dubbi sul suo finale, ritenuto troppo “ambiguo”.

Attenzione: seguono spoiler su Wonder Woman 1984

Nel film Barbara Minerva (interpretata da Kristen Wiig) si trasforma da scienziata goffa, solitaria e sciatta a letale predatrice grazie al Dreamstone, un oggetto capace di esaudire i desideri, ma ad un prezzo molto elevato. Nel finale del film vediamo dunque Cheetah (questo il suo nome da villain) venire sconfitta dall’Amazzone guerriera di Gadot. L’ultima scena in cui la vediamo si può intuire che ha rinunciato al suo lato da “ghepardo” e che quindi abbia rinunciato anche ai suoi desideri. La vediamo mentre guarda l’orizzonte, un finale ritenuto abbastanza ambiguo e che potrebbe dare vita a un sequel incentrato su di lei.

La regista Patty Jenkins ha parlato del futuro del personaggio durante un’intervista con CinemaBlend (via Comicbook.com), ma per ovvi motivi non ha potuto dare una risposta molto precisa:

Ho le mie ragioni per averlo reso così ambiguo. E penso che non sia chiaro il suo punto di vista su tutto ciò che è appena accaduto. Potrebbe essere vero o non potrebbero essere vero, è questo il bello. C’è una ragione se è così ambiguo. Quello che accade a Barbara è molto complicato. Non c’è stata una scena facile. Anche se alla fine lei annulla il desiderio, cosa viene dopo? Torna alla sua vita normale, niente più Diana? Ci sarebbe voluto molto più tempo per concludere tutta la storia, quindi avevamo le nostre buone ragioni per terminarla così. E se ti ha lasciato con molte più domande di prima, bè… non c’è niente di sbagliato in questo.

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