Jude Law a Venezia: “Interpretare Putin? Nessun timore, solo fiducia nella storia”

Presentando Il Mago del Cremlino di Olivier Assayas al Festival di Venezia, Jude Law ha chiarito il suo approccio al ruolo di Vladimir Putin, figura centrale del film.

Al Lido di Venezia, Jude Law ha affrontato le domande più spinose senza esitazioni. Presentando Il Mago del Cremlino di Olivier Assayas, l’attore britannico ha chiarito il suo approccio al ruolo di Vladimir Putin, figura centrale del film. “Non ho pensato a possibili ripercussioni. Mi sono affidato a Olivier per raccontare, senza polemiche, un personaggio inserito in una vicenda molto più ampia”, ha dichiarato, allontanando subito qualsiasi sospetto di provocazione.

jude law il mago del cremlino cinematogrpahe.it

Per Jude Law, la sfida principale non è stata politica ma artistica: restituire umanità a un leader la cui immagine pubblica appare impenetrabile. “La parte più difficile è stata rappresentare un volto da cui non traspare nulla, ma che nasconde emozioni. Ho dovuto lavorare su una recitazione interiore, più che su gesti o espressioni esplicite”, ha spiegato.

Il film, tratto dall’omonimo romanzo di Giuliano da Empoli e scritto da Assayas con Emmanuel Carrère, intreccia realtà e finzione per raccontare l’ascesa di Putin (Law) attraverso gli occhi del suo spin doctor Vadim Baranov (Paul Dano), ispirato al consigliere Vladislav Surkov. Ex artista d’avanguardia e produttore di reality, Baranov diventa la mente dietro l’ex agente del Kgb destinato a trasformarsi nello “zar” moderno della Russia.

Ma non tutto è sotto controllo: il personaggio di Ksenia, interpretato da Alicia Vikander, rappresenta un contrappunto inatteso. “Questa è una storia in cui sono gli uomini a dettare le regole, ma c’era bisogno di una voce diversa. Ksenia è brillante, inafferrabile, e cambia continuamente forma”, ha detto l’attrice. Assayas l’ha definita “simbolo di quella libertà e di quell’energia tipica dei giovani russi degli anni ’90, convinti di poter cambiare il mondo”. Per Assayas, la vicenda non si limita a raccontare la Russia: “Il film sembra parlare solo di Mosca e della politica contemporanea, ma in realtà riflette dinamiche universali che riguardano ogni Paese”.

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