Father Mother Sister Brother: recensione del film di Jim Jarmusch, da Venezia 82
Il nuovo film di Jim Jarmusch a episodi incentrato sulle relazioni familiari: la recensione di Father Mother Sister Brother a Venezia 82.
In Father Mother Sister Brother, Jim Jarmusch esplora i legami familiari in un film a episodi, di cui due interpretati da attori d’eccezione. Nel primo, un padre (Tom Waits) attende l’arrivo dei suoi due figli (interpretati da Adam Driver e Mayim Bialik) che gli fanno visita dopo la morte della loro madre. Nel secondo, la protagonista è una madre (Charlotte Rampling) che aspetta l’arrivo delle figlie (Cate Blanchett e Vicky Krieps) per il tè delle cinque. Nel terzo e ultimo, due fratelli (Indya Moore e Luka Sabbat) rimasti orfani vanno nella casa dei loro genitori per un saluto finale. Ogni episodio è ambientato nel presente e si svolge in un paese diverso. Tre modi di raccontare i rapporti tra genitori e figli distanti. Tre modi differenti, accumunati ciascuno da elementi che si ripetono. Jarmusch costruisce un film in tre parti, che può anche essere letto come un’antologia, dove ogni elemento è essenziale ai fini del racconto.
Father Mother Sister Brother, una dramedy familiare in tre parti, che si perde nell’ultimo episodio

Jim Jarmusch offre un nuovo sguardo alla società contemporanea attraverso un film ad episodi. Nei primi due si serve di un cast d’eccezione, con un Tom Waits che si erge su Adam Driver e Mayim Bialik, e Charlotte Rampling che tenta di riallacciare i rapporti con le figlie Cate Blanchett e Vicky Krieps che non vede da tempo. Mentre nei primi due predomina uno stile più da commedia, dove i lunghi silenzi di disagio sono costellati da volti che rivolgono i loro sguardi altrove, nel terzo, invece, la storia dei due gemelli orfani (Indya Moore e Luka Sabbat) assume un tono più malinconico, sfiorando il drammatico. Father Mother Sister Brother ha la caratteristica di avere elementi di ripetizione che diventano i protagonisti delle conversazioni “vuote” tra i vari personaggi: si parla de brindare con l’acqua o con il tè, appaiono ragazzi sullo skateboard, e in ciascuno dei primi due episodi c’è un colore predominante – il viola e il rosso.
Father Mother Sister Brother si può collocare nel genere della dramedy familiare, che tende però a perdere nell’ultima parte. La storia dei due gemelli, a causa del cambio di tono, sembra distaccata rispetto ai primi due episodi, molto più brillanti dal punto di vista narrativo. Sebbene la struttura appare ripetitiva e segue lo stesso schema, gli episodi sul “father/padre” e sulla “mother/madre” sono quelli che colpiscono maggiormente. La scelta delle location differenti per ciascun spezzone (il nord-est degli Stati Uniti, Dublino e Parigi in questa successione) non sembrano avere particolare significato. In realtà sembrano indicare come in qualunque posto del mondo, genitori e figli hanno i loro problemi e persiste l’incapacità di comunicare. Al termine dell’incontro, il padre interpretato da Tom Waits rivela al pubblico di aver nascosto qualcosa ai propri figli. Così come la madre di Charlotte Rampling, la cui prima scena la vede impegnata in una seduta psicoterapeutica al telefono, cosa di cui non parlerà con le sue figlie.
Father Mother Sister Brother: valutazione e conclusione

Anche in questa pellicola di Jim Jarmusch, come accaduto spesso nelle sue precedenti, si percepiscono i tratti del suo stile inconfondibile: gli spazi ripetitivi, personaggi incapaci di evolversi e rimanere sullo stesso punto di partenza. Father Mother Sister Brother è un racconto sui rapporti complicati tra genitori e figli adulti, che si erge su un’ottima scrittura e un cast che riesce al meglio ad esprimere le sensazioni di disagio e di inadeguatezza come richiesto dalla situazione. Tuttavia l’ultimo episodio appare molto più distante rispetto ai primi due per via del tono e della sua lunghezza, che poteva essere diluita.