La mappa che mi porta a te: recensione del romantic drama

Il film, delicato ed emozionante, esplora l'importanza delle connessioni reali del tempo presente e del tempo.

Il regista Lasse Hallström riesce a porre una domanda centrale allo spettatore, e lo fa in un momento della storia di La mappa che mi porta a te in cui i personaggi di Jack e Heather sono presenti l’uno per l’altra e lagati da una connessione che è anche un momento spirituale. Se potessi fare un’unica domanda all’universo, o a un Dio in ascolto, che ti risponderebbe nella più completa verità, quale sarebbe? Per poi – indirettamente – in base alla domanda scelta potresti accorgerti di cosa hai più bisogno in questo periodo della vita ( di senso, di conforto?). Il film tratto dal romanzo di J.P. Monninger è disponibile su Prime Video dal 20 agosto 2025, diretto da Lasse Hallström, il regista di Hachiko, Chocolate, Buon Compleanno Mr Grape. Risponde agli interessi e ai gusti della Gen Z con il coinvolgimento emotivo attraverso una storia d’amore, l’avventura adrenalinica di un viaggio e di ricerca della felicità di una coppia di protagonisti ben assortita che spopola sui social: l’attore neozelandese , KJ Apa (ovvero la star di Riverdale) e Madelyn Cline (Outer Banks).

La mappa che mi porta a te racconta la sincronicità di un incontro inatteso e un amore che stravolge i progetti, in tempo e la vita

Lasse Hallström ricorre spesso allo split-screen, mostrando in contemporanea diverse inquadrature e mettendo in atto una sorta di riduzione del montaggio al piano dell’inquadratura. Rappresenta così un viaggio fatto di posti e di persone speciali, ma soprattutto di momenti che non si possono mettere in valigia (collect moments, not things) nelle luci, negli spazi e nelle atmosfere urbane e incantevoli delle città europee. La storia delicata ed emozionante non può che farci pensare a Before Sunrise per il fatto che tra i due prptagonisti nasce un sentimento che li porterà a trascorrere diversi giorni insieme in giro per le città. Tra dialoghi, strade, piazze e righe di un diario i due ragazzi cercheranno di conoscersi, esporranno la loro idea della vita e del futuro. Heather è una ragazza americana che, prima di tornare alla vita pianificata nei minimi dettagli, deciderà di concedersi un viaggio in Europa con le sue migliori amiche. Durante il percorso, incontrerà il misterioso Jack, che sembra custodire segreti inconfessabili. Tra i due sboccerà un’attrazione destinata a trasformarsi in qualcosa di molto più profondo.

L’amore è ciò che fa danzare di fronte alla morte…

Al centro del film ci sono l’importanza delle connessioni reali del tempo presente, dei legami spirituali e soprattutto del tempo. Non va sprecato, ce lo insegna il moderno Seneca quando indica come l’antidoto cucito su misura per vivere in pienezza: non sprecarlo. In questo senso il film fotografa il momento del risveglio dei protagonisti: di quella fase, a volte critica, che segue l’addormentamento. Quando il tempo non esiste e il futuro è solo una parte di tempo che ancora non ha avuto luogo. Quando ciò che è importante è tutto ciò che vuoi adesso (se lo pensi, puoi averlo). E fra i nostri desideri è sempre presente l’amore (forse semplicemente un sentimento predestinato, come predestinato è il viaggio di Jack e Heather verso Barcellona). Tracce d’amore sono distinguibili anche nel diario del bisnonno di Jack. Sin da primo e grazie al cielo originale incontro tra Jack e Heather (con lui che si stende letteralmente dentro la cappelliera del treno e disturba nella lettura la ragazza che invece è seduta sul sedile del treno). I dialoghi sono più leggeri nella prima parte del film mentre più memorabile e filosofici nella seconda , offrendo agli spettatori non solo una storia da vedere con due protagonisti che danzeranno di fronte alla morte (per capire occorre guardare il film) ma anche l’occasione per scrutare i propri desideri e le proprie fragilità. Non la chimica, ma qui la dolcezza del film con Ethan Hawke e Julie Delpy c’è tutta, con un finale emozionante e con un commovente plot twist (perché in aeroporto Jack ci ha tenuti per qualche decina di secondi tutti col fiato sospeso).

La mappa che mi porta a te: valutazione e conclusione

Per concludere che questa storia d’amore on the road esteticamente bella è capace di intrattenere senza rinunciare ai cliché. La mappa che mi porta a te sorprende con alcuni elementi di originalità e racconta un viaggio per ritrovare se stessi che porterà ad esplorare nuove destinazioni e aprirà a nuove prospettive. Un viaggio che è senza tempo ed è “il sonno più ristoratore” di Jack e Heather.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

3.5