The Old Guard 2: recensione del film Netflix
Il seguito di The Old Guard non riesce ad essere né un buon film d'azione né un fantasy solido
The Old Guard ha fatto il suo debutto nel 2020 su Netflix con premesse entusiaste grazie ad un incipit intrigante e soprattutto per un cast che riesce a dare maggiore spessore ai personaggi. Un film d’intrattenimento che non ha superato le aspettative sebbene l’incipit interessante. Tratto dall’omonima graphic novel ideata da Greg Rucka e Leandro Fernández, The Old Guard vede come protagonisti un gruppo di mercenari immortali che sfruttano la loro immortalità per aiutare gli altri. A capo del gruppo c’è Andy, interpretata dalla sempre bravissima Charlize Theron, che tiene unita la squadra di persone straordinarie che sono costrette a tenere nascoste le proprie abilità di riuscire a rigenerarsi e resuscitare pochi secondi dopo la propria morte, a essere tagliate fuori dal mondo e lontane dalle stesse persone che hanno promesso di proteggere. Dopo cinque anni, The Old Guard torna su Netflix con il secondo capitolo che non riesce ad essere all’altezza delle aspettative come era accaduto al suo predecessore.
Dove eravamo rimasti

Andy ha perso la sua immortalità e sta cercando di scendere a patti con la sua condizione umana, mentre nel gruppo si sente la mancanza di Booker, esiliato dopo che è stato scoperto il suo tradimento, e si sono aggiunte due facce nuove, Nile (KiKi Layne) e Copley (Chiwetel Ejiofor). C’è poco tempo per fermarsi a pensare, Andy specialmente non può rallentare per ponderare su cosa davvero significhi fare quel che fa senza avere l’assicurazione di non morire perché la sua ex compagna, rinchiusa in un sarcofago e lanciata nell’oceano secoli prima, è tornata e vuole vendetta. A liberarla dalla sua prigionia e a girare attorno a Nile come uno squalo, è Discord (interpretata da Uma Thurman) che punta all’integrità del gruppo.
Un film deludente sotto diversi punti di vista

Ambientato principalmente in Italia, prima tra tutti Trieste, ma le riprese sono state girate anche a Roma, Fregene, al lago d’Iseo e a Villa Erba, le ambientazioni scelte seppur bellissime non riesco a far risaltare le scene d’azione che appaiono lente, quasi goffe, a causa di una regia che non rende giustizia e un montaggio lineare che interrompe più volte il ritmo che non è mai abbastanza frenetico e adrenalinico, nemmeno durante i combattimenti o gli inseguimenti in auto.
Anche gli elementi fantasy sono lasciati a loro stessi. La leggenda su cui si basa l’intera trama di questo secondo volume è raffazzonata e poco chiara (forse esiste un’immortale che è in grado di togliere l’immortalità e di darla, solamente però ad una persona che l’ha persa prima di morire), ma a subire la sorte peggiore sono i personaggi. Andy, interpretata da una Charlize Theron che ancora crede nel suo personaggio, non ha il tempo di soffermarsi a pensare a cosa voglia dire essere una mortale poiché la sceneggiatura non le lascia lo spazio sufficiente per affrontare questo trauma, per cambiare in seguito a quello che le è successo. In modo simile è affrontato il personaggio di Quỳnh che sebbene abbia un passato traumatico alle spalle non è influenzato da esso. L’essere stata gettata in mare in una prigione, aver passato secoli della sua vita in uno spazio minuscolo a morire, resuscitare, soffrire per poi morire di nuovo in un loop di tortura le ha provocato solo rabbia, come se la furia possa essere l’unico sentimento rappresentabile.
The Old Guard 2: valutazione e conclusione

The Old Guard 2 non è né un buon film d’azione, né un fantasy solido né, purtroppo, un buon film d’intrattenimento. L’unico buon motivo per intraprendere la visione è per il cast che è il solo elemento riuscito. Vedere all’opera Luca Marinelli è sempre un piacere, assieme al suo partner Marwan Kenzari che veste i panni di Joe. I due interpretano una coppia che condivide ogni momento da mille anni e che era la parte centrale e meglio riuscita del primo capitolo della probabile trilogia, in questo secondo film al contrario la tensione tra i due è poco costruita, inserita solamente per creare ancora più dramma in un racconto che è già strapieno di elementi. La coppia che aveva bisogno di più tempo e più spazio per i propri sentimenti è composta da Dany che si ritrova a vivere una vita umana e Quỳnh che, al contrario, è appena tornata a vivere.
Ad essere deludente è anche tutto il comparto estetico che riesce a tenere il passo con le intenzioni iniziali. Mancano un ritmo incalzante tipico degli action, una regia che dia respiro ai personaggi e, specialmente, delle coreografie e delle scene d’azione ben pensate. The Old Guard 2, insomma, è una vera delusione.
Regia 1.5
Sceneggiatura 1.5
Fotografia 1.5
Recitazione 2.5
Sonoro 1.5
Emozione 1
Voto complessivo 1.5