Jay Roach: i 5 migliori film del regista

I 5 migliori titoli del cineasta.

Noto per la sua capacità di muoversi con disinvoltura tra commedia farsesca e cinema d’impegno civile, Jay Roach è un regista spesso sottovalutato, ma che ha saputo ritagliarsi uno spazio distintivo a Hollywood. Nato nel 1957 in New Mexico, Roach ha costruito una carriera eclettica, capace di unire incassi milionari e ritratti politici che hanno fatto discutere. A suo agio tanto con la parrucca grottesca quanto con la giacca e cravatta del potere, ha diretto alcune delle commedie più iconiche degli anni 2000, per poi virare con sorprendente rigore verso opere drammatiche. Se le sue regie più celebri restano legate alla risata – a volte semplice, a volte acida – il talento di Roach emerge soprattutto nella capacità di osservare l’America attraverso lo specchio deformante dell’ironia o quello lucidissimo della denuncia sociale. Ecco i film che raccontano la doppia anima del regista.

1. Austin Powers – Il controspione (1997)

Jay Roach - Cinematographe.it

Il film che ha lanciato Roach nel firmamento della commedia americana. Austin Powers – Il controspione è un omaggio sfacciato e dissacrante ai film di spionaggio anni Sessanta, costruito attorno alla performance camaleontica di Mike Myers. Roach dirige con ritmo e una dose impressionante di trovate visive e nonsense, lasciando spazio all’assurdo e all’estro degli attori. Il risultato è una parodia diventata fenomeno culturale, capace di reinventare l’umorismo slapstick per una nuova generazione. Un cult assoluto, in cui Roach dimostra già un controllo comico sopra la media.

2. Mi presenti i tuoi? (2004)

Secondo capitolo della fortunata saga familiare con Ben Stiller e Robert De Niro, Mi presenti i tuoi? è probabilmente il punto più alto della trilogia. Qui Roach riesce a coniugare commedia degli equivoci e satira dei rapporti familiari con una precisione millimetrica. Il film funziona non solo per il carisma del cast (De Niro in versione padre ossessivo è memorabile), ma per il modo in cui Roach orchestra la tensione domestica come se fosse un thriller psicologico. Un equilibrio perfetto tra comfort movie e commedia caustica, con una regia che non si limita a filmare le gag, ma le costruisce con cura narrativa.

3. L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo (2015)

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Con L’ultima parola, Roach cambia completamente registro e racconta la vita di Dalton Trumbo, sceneggiatore di Hollywood finito nella blacklist durante il maccartismo. Un film teso, elegante, in cui la passione politica si intreccia al ritratto intimo di un artista combattente. La regia è sobria, classica, ma mai scolastica. Roach si affida alla straordinaria interpretazione di Bryan Cranston – candidato all’Oscar – ma costruisce intorno a lui una messa in scena che valorizza ogni dettaglio storico e umano. Una prova di maturità che conferma la capacità del regista di muoversi anche nei territori più drammatici senza perdere il controllo.

4. Game Change (2012)

Prodotto per la HBO, Game Change racconta la campagna presidenziale del 2008 dal punto di vista dei repubblicani, in particolare dell’improbabile ascesa di Sarah Palin. Roach dirige con ritmo serrato, costruendo una tensione crescente che sfiora il thriller politico. Julianne Moore, nei panni di Palin, offre una performance magnetica, ma è la regia a tenere in piedi un racconto fatto di strategie, cinismo e cadute pubbliche. Roach dimostra un occhio chirurgico per la dinamica del potere e per i meccanismi della comunicazione politica. Un film televisivo che ha il respiro di un grande dramma da sala.

5. Bombshell – La voce dello scandalo (2019)

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Con Bombshell, Roach torna sul grande schermo per affrontare il caso Roger Ailes e la cultura tossica all’interno di Fox News. Il film è un’opera corale, basata su testimonianze vere, che denuncia il sessismo sistemico nel mondo dell’informazione. Charlize Theron, Nicole Kidman e Margot Robbie guidano un cast all’altezza, ma ancora una volta è la regia di Roach a stupire: sobria ma penetrante, attenta ai dettagli, capace di raccontare con precisione e indignazione contenuta. Un’opera che dimostra la sua piena maturità artistica e politica. Che merita di essere vista o ri-scoperta in tutta la sua lucidità.