Bruce Willis, la famiglia contro i paparazzi: “per favore, lasciatelo in pace!”
Emma Heming Willis, moglie dell'attore a cui è stata diagnosticata la demenza frontotemporale, chiede rispetto per lui e l'intera famiglia.
Emma Heming Willis, moglie del celebre attore Bruce Willis, si è scagliata contro i paparazzi pregandoli di smetterla di infastidire lui e la sua famiglia quando si trovano in pubblico. Alla celebre star di Die Hard è stata diagnosticata la demenza frontotemporale, in rapido peggioramento.
La donna ha lanciato l’appello su Instagram, lamentandosi del fatto che “chiaramente c’è ancora molta educazione da fare in merito”, prima di impartirla lei stessa: “Questa lezione è per i fotografi e le videocamere che cercano di ottenere esclusive su mio marito. Lasciatelo n pace. So che è il vostro lavoro, ma per favore lasciatelo in pace”.
“Per favore, non urlate a mio marito chiedendogli come sta o ‘yippee ki yay’ o qualsiasi altra cosa… Basta, non fatelo, ok? Lasciatelo in pace”. Il suo appello si è concluso così: “Lasciate che la sua famiglia, o chiunque sia con lui quel giorno, sia in grado di portarlo dal punto A al punto B in totale sicurezza”.
Questo mese segna un anno dall’annuncio del ritiro dal mondo della recitazione di Bruce Willis a causa di una malattia. Dapprima gli è stata diagnosticata l’afasia, un disturbo che colpisce la capacità di parlare, scrivere e comprendere il linguaggio. Circa un mese fa i suoi parenti hanno aggiornato i fan circa le sue condizioni di salute, rivelando che l’attore soffre di demenza frontotemporale (FTD), una malattia neurodegenerativa per la quale non esiste una cura.
La stessa famiglia ha spiegato la situazione in un comunicato sui social network: “La FTD è una malattia crudele di cui molti di noi non hanno mai sentito parlare e può colpire chiunque. Per le persone sotto i 60 anni, la FTD è la più comune forma di demenza, e poiché possono essere necessari anni per essere diagnosticati, è probabile che l’FTD sia molto più comune di quanto pensiamo. Al momento non ci sono trattamenti per la malattia, una realtà che speriamo possa cambiare nei prossimi anni”.
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