Cannes 2016 – Sieranevada: recensione del film di Cristi Puiu

Un film dal grande potenziale comunicativo ma che perde di vista una componente essenziale della settima arte: riuscire ad emozionare narrando.

Cristi Puiu, premio Un Certain Regard nel 2005 per La morte di Dante Lazarescu, porta in Competizione a Cannes 2016 Sieranevada, una commedia tragicomica dal gusto satirico, sullo sfondo di un dramma familiare contestualizzato all’interno della contingente situazione politica mondiale, fra  retaggi di teorie complottiste sull’11 settembre e sul terrorismo in generale, nostalgia e odio per il comunismo e rievocazioni dell’ attentato ancora bruciante di Parigi alla redazione di Charlie Hebdo, avvenuto solo tre giorni prima.

Una regia affatto invasiva ma completamente invadente, realizzata posizionando la macchina da presa al centro del disimpegno dell’appartamento in cui si svolgono gli eventi ed insinuandosi mano a mano in ogni stanza per osservare le interazioni fra gli occupanti, membri di una grande famiglia riunitasi per una cerimonia commemorativa in onore del patriarca, scomparso 40 giorni prima.

Sieranevada: l’osservazione silenziosa di una riunione di famiglia dai risvolti imprevisti

Lary, figlio del defunto, è un medico ma da qualche tempo fa il rappresentante di farmaci. Riservato e sulla difensiva, vive a disagio l’attesa del pranzo, fra forzati confronti con gli altri parenti su temi personali e di attualità. Ma la riunione familiare si fa più lunga e complessa del previsto, complicata da diversi imprevisti che costringeranno l’uomo a confrontarsi prima con se stesso e poi con gli altri, prendendo finalmente posizione sugli argomenti affrontati e rivelando la propria versione della verità, dimostrando – come suggerito dai parenti – che la sua reticenza non era mancanza di dubbio ma solo paura.

Sieranevada è un film dalla regia  essenziale, funzionale alla trasmissione di un messaggio che emerge gradualmente fra le righe di una sceneggiatura che riserva più di un momento acuto. Ma il cinema è innanzitutto un’arte visiva e impegnare lo spettatore per tre ore, spostandosi di stanza in stanza per osservare eventi che non implicano alcuna partecipazione e non permettono di empatizzare con i personaggi, non basta a dare senso e sostanza ad un film che è pura (o quasi)  osservazione naturalistica, priva di quella componente narrativa indispensabile a creare un’opera memorabile o, almeno, necessaria.

sieranevada cristi puiuIl regista dichiara fin dal titolo il suo obiettivo, scegliendo un nome senza alcun significato all’interno dell’economia della pellicola, con la sola intenzione di renderlo internazionale e non bisognoso di eventuali traduzioni, esplicitando in questo modo l’intenzione di fare di Sieranevada un incrocio fra esercizio cerebrale e opera sperimentale e annoverandolo, di conseguenza, a far parte di quella corrente neo-realista che ha perso di vista la funzione principale della settima arte: suscitare emozioni attraverso una storia.

E non c’è alcun dubbio che l’intento di Puiu sia intelligente e affatto superficiale, rendendo estendibile il confronto osservato fra le mura della casa a quello tra la Romania attuale e del passato, ma crediamo sia molto più difficile far arrivare al mittente un messaggio costruendo un’impalcatura narrativa avvincente e stratificata, che dichiararlo semplicemente attraverso la voce di personaggi che parlano a ruota libera per tre – pressoché piattissime –  ore, durata giustificata solo impegnando ogni secondo per aggiungere tasselli indispensabili allo svolgimento di un film.

La classica opera che- dopo sbadigli e continui rigiramenti sulla poltrona- fa urlare certi critici al miracolo. Ma i miracoli sono altri, frutto di una creatività che purtroppo in questo film non emerge, relegando Sieranevada a quella schiera di opere dal grande potenziale comunicativo ma che rendono indesiderabile, faticosa, inutile e forse impossibile una seconda visione.

sieranevada cristi puiuSieranevada sarà distribuito nelle sale italiane da Parthénos; nel cast Branescu Mimi, Dana Dogaru, Marin Grigore, Rolando Matsangos, Tatiana Iekel, Judith State, Ana Contea, Sorin Medeleni, Bogdan Dumitrache, Catalina Moga.

Regia - 1.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2
Recitazione - 3
Sonoro - 2
Emozione - 1.5

2.1