Abbraccialo per me: recensione del film con Stefania Rocca e Moisé Curia

La disabilità intellettiva (non mentale, un brutto termine che richiama un’accezione negativa, incutendo timore e soggezione, secondo il regista Vittorio Sindoni) non verra mai sufficientemente esplorata al cinema. Il sostegno delle persone affette da tale tipo di sofferenza, infatti, è ancora oggi carente a causa della dilagante discriminazione e di un’ inspiegabile mancanza di effettiva e completa presa in carico del problema da parte delle istituzioni, come i fatti di cronaca continuano a documentare. Le problematiche psicologiche e psichiatriche, inoltre,  tendono a coinvolgere e travolgere non solo i diretti interessati ma – spesso soprattutto – le loro famiglie e l’intera comunità in cui i malati sono inseriti (o tentano di inserirsi), un dramma che se non affrontato con volontà e determinazione rischia di portare queste persone e i loro cari sull’orlo di un baratro provocato dal più inaccettabile dei mali dell’umanità: l’indifferenza.

Abbraccialo per me: una famiglia alle prese con il dramma della disabilità intellettiva

Abbraccialo per me esplora il percorso di un’intera famiglia alle prese prima con la scoperta e poi con la difficile e dolorosa accettazione della disabilità intellettiva di un suo membro, un ragazzo creativo e dalla spiccata intelligenza che, nel  corso dell’adolescenza, comincia a soffrire di un’alienazione sempre più profonda, una sindrome dissociativa capace di renderlo completamente inadeguato rispetto alle regole ed ai canoni della società. Ha inizio così una difficile avventura nell’universo ristretto e carente delle soluzioni offerte dalla sanità, per la quale l’unica priorità sembra essere placare e gestire, invece di accogliere e riabilitare.
Puntando il riflettore sulla complessa ed essenziale diade madre e figlio, fatta di un amore a volte troppo forte per lasciare liberi, il regista racconta il delicato equilibrio (spesso destinato ad infrangersi) di una famiglia qualunque alle prese con una strenua lotta per far capire al mondo che dietro alla disabilità si nasconde sempre una persona che è anche e soprattutto altro.

abbraccialo per me

Una scena del film

Da bambino Francesco “Ciccio” (Moisé Curia) è un ragazzino come tanti, seppur particolarmente vivace. Grazie ad una grande passione per la musica, sogna un futuro in cui il suo obiettivo artistico possa realizzarsi ed in cui gli altri possano volergli bene. Mamma Caterina (Stefania Rocca) di bene gliene vuole tanto, forse troppo, a detta del padre (Vincenzo Amato) e, faticando ad accettare il progressivo rivelarsi della diversità del figlio, trova sostegno solo nell’altra figlia, Tania (Giulia Bertini), una ragazza matura e consapevole, capace di indicare al fratello e alla madre una via per un possibile lieto fine.

Abbraccialo per me: quando un abbraccio può essere troppo stretto

Abbraccialo per me sintetizza nel titolo il doloroso processo di distacco che la madre di Francesco sarà costretta ad affrontare per permettere al suo bambino speciale di spiccare il volo. Quando l’amore è troppo viscerale, il proprio abbraccio può risultare invontariamente soffocante e limitante, intriso dalla paura che incute qualunque futuro ignoto in cui non è possibile accompagnare i propri cari. Meglio allora “delegare” la dimostrazione del proprio affetto a mani meno coinvolte, dimostrando l’amore nel più nobile dei modi: lasciando libero chi si ama.
Partendo dalla valorizzazione delle qualità che ogni persona ha, indipendentemente dalle problematiche e difficoltà, la vicenda di Francesco ci insegna che una salvezza è sempre possibile, basta non condannare chi soffre di un disturbo intellettivo ad una vita in cui viene riconosciuto solo per ciò che non sa e non riesce a dare, lasciando in ombra le sue mille altre possibilità.
Pur con una sceneggiatura a tratti debole ed un finale che poteva espandersi meglio, Abbraccialo per me raggiunge lo spettatore con il suo messaggio forte e chiaro: non esistono vite senza speranza ma solo vite a cui non viene data la possibilità di seguire il proprio personale percorso verso l’autorealizzazione.

Abbraccialo per me arriverà al cinema il 21 aprile distribuito da Zenit Distribution; nel cast anche Paolo Sassanelli, Paola Quattrini, Luigi Diberti, Pino Caruso, Alberto Lo Porto, Rodolfo Baldini, Loredana Martinez.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 2
Emozione - 3.5

2.8