Charlize Theron: “con Ravenna ho esplorato l’essenza del male”

Stamattina l’attrice Charlize Theron ha incontrato la stampa presso  l’hotel Principe di Savoia di Milano in occasione della presentazione di Il cacciatore e la regina di ghiaccio. Siete curiosi di sapere cosa pensa Charlize Theron del film? Ecco qui le dichiarazioni di una delle donne più belle e talentuose del mondo cinematografico.

Cosa ha provato nell’interpretare un personaggio così malvagio?

Ravenna è un personaggio per il quale l’attore esplora l’essenza del male e tutto questo è molto divertente. Trovo che sia sempre eccitante portare sullo schermo personaggi come questo. Quando mi hanno proposto di interpretare Ravenna, la regina più cattiva in assoluto, la prima cosa che ho fatto è stata quella di andare su Google e cercare i tratti tipici del personaggio, per poi mettere in scena completamente l’opposto. Ravenna è un personaggio iconico e parte della sfida era quello di creare qualcosa di completamente diverso da tutto ciò che già si sapeva. È stato entusiasmante creare un personaggio contemporaneo e adatto ad un pubblico moderno.

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Ravenna è un personaggio governato dalla paura, che si muove verso sentieri sbagliati. Cosa ne pensa?

Questo è un punto importante. Molte volte non ci fermiamo a pensare che molte persone hanno un certo tipo di comportamento perché mosse dalla paura. Credo che se ci soffermassimo sul personaggio di Ravenna e si visualizzasse il suo ostacolo, si percepirebbe un senso di urgenza. Nel primo film, ad esempio, una delle sue paure più atroci è quella di chiedere allo specchio la famosa frase “Specchio specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?” proprio perché se la risposta fosse negativa alle aspettative crollerebbe il mondo che Ravenna si è costruita, tutte le sue certezze…Da quel momento Ravenna vive nella paura e nell’urgenza di cambiare lo status quo dettato dallo specchio, la posta in gioco si alza nello stesso modo in cui crescono la sua ansia e il suo terrore.

Nel film c’è un riferimento ai bambini/ragazzi soldato. Cosa ne pensa, visti i numerosi impegni in Africa?

Nelle fiabe c’è sempre un elemento eterno, la storia ha in seno una morale. È una continua lotta tra luce e oscurità. Leggo molte fiabe a mio figlio di sera e la qualità che più preferisco è il loro valore universale. E la cosa bella è che tutte queste fiabe le sto riscoprendo ora, da adulta. Il messaggio delle fiabe è assai contemporaneo… Detto questo, credo che il cinema abbia la grande magia di rispecchiare la realtà e di fornirci un racconto preciso del mondo in cui viviamo. E proprio questi due valori, l’universalità del messaggio fiabesco e il valore del cinema, ci dimostrano che gli esseri umani non sono tanto cambiati: gli uomini sono ancora assetati di potere e crudeli gli uni verso gli altri. È importante che sia stato letto anche questo aspetto nel nostro film.

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Lei ha sempre interpretato donne autorevoli e risolute. Si sente prigioniera di qualche cliché?

No, non mi sembra di esserlo. Credo che questa sia la realtà delle donne d’oggi. In realtà la donna ha sempre avuto potere ma il cinema non si è mai interessato anzi, ha sempre lasciato il genere femminile un passo indietro. Siamo in un tipo di società che si sente più a suo agio con figure di soli uomini assetati di potere, ma questa non è la realtà, penso che le donne abbiano lo stesso interesse degli uomini per la fama e il potere. Trovo inutile escludere la donna a priori da questo ragionamento. Ogni tanto mi chiedono “Si sente più una donna fragile o una donna forte?” e io resto basita perché non voglio rinchiudermi in un’etichetta, non mi sento una sola cosa. Le donne sono sempre dipinte o come buone mamme o come prostitute, ignorando tutte le sfumature tra l’una e l’altra cosa. Sono adesso il cinema sta imparando a lavorare su tutte le possibili sfumature.

Crede che le fiabe siano efficaci nel trasmettere i valori alle nuove generazioni?

Credo che ogni storia abbia un filo diretto con il mito, c’è una forte correlazione. Tutte le fiabe si basano sui miti classici e rispolverano dei valori che sono fondamentali sia per i bambini che per noi adulti. I miti sono universali e i valori che si portano dietro sono di enorme importanza per tutto il genere umano.

Quanto aiutano i costumi di scena?

Ho avuto la fortuna di collaborare con una delle migliori costumiste in circolazione oggi, Colleen Atwood. È una persona capace di creare un’empatia così forte con gli attori che è sempre divertente pensare alla realizzazione dei costumi sul personaggio che devi interpretare. Nel caso di Il cacciatore e la regina di ghiaccio mi sono innamorata subito dei costumi, già dal camerino. Aiutano tantissimo.

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Gli ultimi due ruoli che ha interpretato, Furiosa e Ravenna, sono due donne forti, determinate e risolte. Vede qualcosa in comune tra di loro?

Si è vero, sono entrambe donne forti e determinate. Furiosa e Ravenna vivono in mondi del tutto diversi ed e difficile pensare subito ad analogie e differenze. Essendo due epoche diverse, anche le loro regole sono diverse, oltre all’idea registica che c’è dietro i due personaggi. Ma se devo accomunarle sicuramente ciò che risalta è la ricerca della sopravvivenza. Furiosa vive in un mondo post-apocalittico e cerca in tutti i modi di sopravvivere per un’ideale, Ravenna vive nel mondo dell’abbondanza, è brutale e crudele, ma ciò che per cui lotta è sempre la sua sopravvivenza, che per lei è potere e bellezza.

Le interessa il mondo dei supereroi? Se si, le piacerebbe interpretare un supereroe o un villan?

Non ho mai pensato a priori di interpretare dei ruoli in modo distaccato dal contesto in cui nascono. Di solito sono attenta ai cineasti, e mi piacerebbe lavorare con dei registi piuttosto che altri… Non penso mai di voler interpretare un personaggio positivo o negativo ma ciò che mi interessa è restituire la verità di chi interpreto. Il mondo dei supereroi è molto vasto e mi dovrei porre molte domande: chi è? Contro cosa combatte? Questi sono gli elementi che prenderei in considerazione.

Secondo lei è un caso che i principi azzurri siano scomparsi o una nuova tendenza cinematografica?

Ci sono due modi per rispondere alla sua domanda. Prima di tutto non credo che il femminismo consista nell’odiare gli uomini ma si parla sempre di uguaglianza e rappresentazione equa dei due generi. Ritornando a mio figlio, se penso alla sua ossessione per Frozen, io non posso che essere contenta che abbia avuto modo di esplorare anche un genere diverso di amore, che non si basi solo su quello romantico, nel caso di Frozen l’amore fraterno. Detto questo, credo che i temi come la violenza sulle donne e disparità di genere siano degli argomenti che debbano essere trattati soprattutto con gli uomini. Sono io che devo crescere mio figlio come un gentiluomo, perché questi problemi non riguardano solo le donne ma anche e soprattutto gli uomini.
Non credo che ci sia la volontà di eliminare completamente il principe azzurro ma si sta solo cercando un equilibrio. Il confronto tra i generi è molto importante.